L'Associazione Storico Modellisti Messinesi - A.S.M.M.- Ha sede in Via S. Camillo 20 - MESSINA -98122- tel.380 3188793 -- Riunisce appassionati di Messina, Sicilia e della vicina Calabria, fin dal 2010. E' una Associazione che tratta l'arte del modellismo in tutte le sue sfaccettature. Tratta anche la storia, ma con maggiore riguardo, quella di Messina. In questo SITO troverete oltre 5000 foto, con cartoline inerenti gli argomenti trattati negli articoli ed alle principali attivita' create dall'Associazione. Nelle varie categorie di lettura sono disponibili numerosi articoli di modellismo, cultura, storia, attualita', lingua siciliana. Come novita' tratta l'elettronica applicata al ferromodellismo ed alla robotica e si avvicina al mondo dei Quadricotteri, e per finire al mondo delle barche a vela e motoscafi con motore a scoppio ed elettrico.

         ARGOMENTI trattati sulla nostra pagina GALLERIE


Messina 02/04/2019




22°)- I NOSTRI ANNI VERDI
21°)- Foto Anni 20 (Messina, Villa S. Giovanni, Milazzo e Palermo)
20°)- Materiale "Diverso" emissione cartoline
19°)- Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti (QUATTRO)
18°)- NATALE ricordi!!! "Cartoline e biglietti Augurali"
17°)- Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti (TRE)
16°)- Il trasporto ferroviario in Sicilia
15°)- Aneddoti Storici
14°)- Fumetti : le strisce di ieri, i libri di oggi, ritornano sulla cresta dell'onda.
13°)- Incontro Poste Italiane Filiale di Messina
12°)- Poesie siciliane. - "Dimmi, Dimmi, Apuzza nica" "Lingua e Dialetto"
        "Missina" "Lu Munnu" "Ch'è Beddu Garibaddu...." "Chi Scumpigliu chi C'è...."

11°)- U Cuntu da Vecchia Trinacria.
10°)- A nostra Parrata
09°)- Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti -(DUE)
08°)- Viste, spesso amate e sognate, quasi mai possedute, talvolta solo guidate,
          "SECONDA SERIE".

07°)- Viste, spesso amate e sognate, quasi mai possedute, talvolta solo guidate.
06°)- Porti Turistici Siciliani
05°)- Indovinelli e Miniminagghi "Quarta serie"
04°)- Indovinelli e MINIMINAGGHI "Terza serie"
03°)- Indovinelli e MINIMINAGGHI "seconda serie"
02°)- Indovinelli e MINIMINAGGHI "Prima serie"
01°)- Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti




        


Messina 11/10/2021




I NOSTRI ANNI VERDI



La domanda che spesso mi viene rivolta e': ma da quanto tempo costruisce modelli ???

La stessa viene rivolta anche ad altri modellisti in quanto si ritiene che questa passione sbocci, come un fiore, da un giorno all'altro e non ha necessita' di un periodo di prova per vedere se attecchisce e si sviluppa o e' un fuoco di paglia che fatta una fiammata si spegne per sempre.



E' altissimo il numero di persone che si infervorano all'uscita di un modello, specialmente se ben pubblicizzato, e poi iniziato lo abbandonano in quanto o si disamorano, o si accorgono delle difficolta', o lo vorrebbero gia' finito e non in kit.



Per fare capire la mia passione e quella di altri modellisti bisogna scoprire un poco della propria vita in quanto solo conoscendo le radici dell'infanzia si scopre come nasce la passione. Per molti nasce da adulti, o e' mirata silo ad un modello, per me e' nata da quando ero ragazzo.



La mia infanzia e' stata piuttosto solitaria, una famiglia composta da tre persone, io figlio unico, un legame con i paesi di origine dei miei genitori, un impegno di tutti di avere una comoda casa nostra, e per me di avere una stanza tutta mia che piano piano cresceva con me e con le mie passioni.



In questo sono stato fortunato, i giocattoli belli arrivavano una volta l'anno dalla befana dei dipendenti, erano regali belli alcuni dei quali sono stati conservati sino ad oggi e sono stati oggetto di una mostra organizzata alcuni anni fa insieme a modelli costruiti.



Non li posso elencare tutti in quanto non li ricordo e molti sono andati distrutti altri invece, mi sono stati regalati in altre circostanze, uno comprato a Roma un altro alla gioia dei Bimbi in via Tommaso Cannizzaro in un sotterraneo del Teatro Peloro, prima che lo demolissero, e dove guardavo le vetrine, passando, lasciando gli occhi di bambino.



I mesi estivi li passavo in campagna e da qui venne la passione per la terra, il mare le barche mie amiche, ma sempre da solo e con una diffidenza per il mare, una passione per i treni, ancora a vapore, che si fermavano alla stazione situata di rimpetto a casa mia e fischiavano alla partenza, e che osservavo con ammirazione ed interesse.



Iniziai a farmi comprare Kit di aerei ed a costruirli, tenerli su un armadio per non farli spolverare da mia madre con distruzione sistematica, alcuni sono sopravvissuti, in quanto li portai nella casa di campagna ed oggi sono ritornati in casa mia.(hanno piu' di 60 anni) sono un conservatore.



Ma il mio sogno era avere un trenino elettrico, questo sogno tardava ad avverarsi ma un bel giorno si avvero' con l'arrivo di uno "star set" Lima con un treno passeggeri (due vetture una loco a vapore) che fu affiancato da un altro "star set", sempre lima, con un treno merci, oltre i soldatini che restaurati sono in vetrina, avevo auto elettriche o a corda, diversi aerei statici.



Poi iniziai a costruire una nave in legno, occupai la stanza da pranzo di casa e mi fermai solo per montare un presepio per Natale. La nave, ricostruita fa bella mostra in una teca in vetro per salvaguardarla dalla polvere. Non e' sola oggi sono una quindicina e sono nate dopo di lei e sono salvaguardate da polvere ed umidita' o da spolverate varie.



Altra infanzia in una famiglia più numerosa sulle rive del lago di Ganzirri e di punta Faro un rapporto, piu' spregiudicato nella sua amicizia con il mare, andare a fare il sub e divertirsi a pescare e poi costruire i primi modelli di Aliscafi, sino a realizzarli per conto dei Cantieri Rodriquez per esportarli nel mondo, come campionario, realizzati in cantiere per esposizione e per portarli nella fiera di Messina.



Ma il divertimento, forse più grande, era fare volare gli aerei a Piazza Municipio legati con un filo, per vederli girare in circolo con i modellisti piu' anziani, dopo averli realizzati e sentire il rombo dei motori a scoppio, e sporcarsi le mani da veri meccanici in erba.



Purtroppo per grandi pulizie e per l'interesse di qualcuno a realizzare quasi tutti i modelli sono andati dispersi e l'amico Andrea quando riprese la passione dopo una lunga pausa di lavoro e familiare è stato costretto a iniziare da capo.



Per lui inizio' un periodo di prove di modelli sul lago di Ganzirri o di aerei sul torrente a Pace del Mela, sempre con motori a scoppio, talvolta con motori elettrici, e venne l'era degli elicotteri di varie grandezze e motorizzazioni sempre radiocomandati.



Poi siamo alla cronaca io costruisco modelli statici, lui principalmente modelli dinamici, facciamo mostre, gestiamo un sito, creiamo una Associazione io colleziono modelli ferroviari, lui crea un plastico, colleziono machine, realizzo modelli di navi di trattori, lui realizza camion e sempre elicotteri oltre che barche a vela da fare navigare.



Ci uniamo e realizziamo diverse mostre le cui immagini sono riportate sul sito per lasciare un ricordo a chi si vuole avvicinare al modellismo e vuole vedere realizzate opere uniche come l'Arno Ferrari o diorami della prima e seconda guerra mondiale, aerei statici, navi e motoscafi.



Siamo ad oggi l'associazione esiste, il sito anche, crescono hanno i problemi della pandemia ma sono sempre vive e si sviluppano con opere realizzate spesso in sordina, ma sempre la passione e' reale e' viva e vegeta e non si ferma rispecchia quella nata negli anni Verdi della nostra vita.

A cura di Franco Spadaro, immagini a cura di Andrea Lanzafame





        


Messina 01/04/2019




Foto Anni 20

Messina, Villa S. Giovanni, Milazzo e Palermo.

     In un cassetto, il mio amico Andrea Lanzafame, ha trovato delle foto di famiglia, istantanee, tutte del periodo dagli anni mille novecento venti al ventiquattro, che rasentano il centenario, inedite, e poche del 1938/40, che danno uno spaccato della vita di Messina, della borghesia, dei costumi, di zone periferiche come: Ganzirri, Torre Faro e Moleti,(Mili), nonché dell'abbattimento delle baracche per la ricostruzione della Nuova Messina, e del porto di Milazzo.
Ho ordinato le foto, ritenendole importanti ed ho apposto una breve didascalia alle stesse, per farle meglio conoscere. Insieme vi sono un paio di foto di Villa San Giovanni e una mezza dozzina di Palermo, monumenti e Mondello, sempre dello stesso periodo.
Su molte è scritto di mano del fotografo, Ing. Raffaele Pistorino, zio del Geom. Lanzafame, patito di foto e moto, la data e la località, le altre sono coeve e tutte di Messina, le persone ritratte sono nominate, quando sono riconosciute, o sono sempre parenti o amici del fotografo, o ragazzi in posa attratti dalla macchina fotografica.
Va sottolineato che le persone, in posa nelle foto, sono tutti soci della società Pace che ha edificato una buona parte di Messina dopo il terremoto. A parte qualche altra istantanea della fine degli anni trenta, anche queste molto interessanti e belle!!!



Carretto con asinello, lavori in campagna, forse per la vendemmia, sul carretto vi sono i "coffi", fatti di canna, per portare prodotti agricoli, notare i muri a secco e le piante di ficodindia con i frutti ancora non maturi.



Costruzione isolato 290, anno (primavera) 1923 Ingegneri della società Pace, Giuseppe Giuliano, Raffaele Pistorino, e qualche altro, posano appena messo il ferro dei pilastri sulle fondazioni, di fronte si nota il Palazzo della Banca d’Italia nella traversa laterale.



Palazzo nell'isolato 290 prospiciente su piazza Stazione (piazza Roma), ancora esistente, appena realizzato dalla società Pace.



Teatro Vittorio Emanuele via Garibaldi 1923 con personaggio in posa, si nota la facciata del Teatro, che sembra in buone condizioni, mentre manca la palazzata, tutta demolita e sgombra di macerie.



Sempre via Garibaldi ed il personaggio della foto precedente, siamo più avanti si vedono i palazzi lato monte, qualcuno in costruzione, la villa Mazzini con gli alti alberi, la linea del Tram e persone che passeggiano nello spazio dell'ex palazzata. Foto del 1923.



Ancora via Garibaldi il palazzo Waigert appena terminato e un angolo del Teatro, persone che camminano con bagagli. Sempre 1923.



Altra foto di via Garibaldi, zona Teatro Vittorio Emanuele, una fila di persone ordinate, che vanno verso Piazza della Prefettura per ascoltare Mussolini in occasione della sua visita a Messina del 1923.



Ancora via Garibaldi, la fila è ferma e si notano tutti uomini, con coppola o cappello con bandiere, diretti a piazza della Prefettura per il discorso di Mussolini, e vengono sorpassati da un signore con cappello, fuori dalla fila.



Sempre via Garibaldi persone con cappello vanno veloci verso Piazza della Prefettura, si nota un vecchio garibaldino con bastone, per assistere al discorso di Mussolini.



Il palazzo della Prefettura con la bandiera ed una persona al balcone in occasione della Visita di Mussolini a Messina nel 1923.



La statua del Nettuno al porto innanzi all'ex Municipio rivolto verso la città con intorno attrezzi portuali e una lancia, in acqua si intravede una barca, anno 1923.



Il porto 1923 edifici portuali con persone sedute, si vede sulla destra il Nettuno prima del suo spostamento, sullo sfondo sbiadite delle costruzioni, mentre assicurate a delle bitte delle grosse gomene.



Uno scorcio del porto, all'angolo sulla destra si vede uno angolo della Pescheria, merci ammassate sul molo, persone, rigorosamente con il cappello, che si muovono e discutono con operai anziani, che sembrano davanti ad un bilico, per la pesatura, con vicino "na coffa" grande cesto. Diverse barche e navi ormeggiate in andata di poppa, si intravedono i legni di un pontone, in secondo piano, con il gancio di sollevamento.



Appena fuori dal porto controsole si nota a destra la lanterna del Montorsoli e di fronte una nave da guerra, una corazzata che sembra uscita dal porto e si staglia sullo sfondo della Calabria, 1921.



Una foto particolarmente bella, di fronte Forte S. Salvatore ancora senza la Stele della Madonnina, in primo piano un bel piroscafo che entra in porto, è un carico misto, merci e passeggeri, ed è scarico in quanto si notano timone ed elica, a lato un Leudo, la vela spiegata, che sembra lo voglia sorpassare, nella zona falcata si staglia un cacciatorpediniere a "Tre pipe", tre fumaioli, e poco più avanti i serbatoi della Nafta ( ancora non Diesel),siamo nel 1923.



Siamo nel 1921 una foto, peccato sia rovinata, ma ugualmente dice molto, fa vedere a riva una barca a vela da diporto con un lungo albero ed un signore che sembra espletare incombenze nautiche per la barca, un bel modello di imbarcazione.



Un viaggio, sul traghetto, Agosto 1924 si vedono due, molto eleganti, signore ed un ragazzo seduto sulla ringhiera, loro parente( una signora appoggia un braccio sulle sue gambe per essere sicura), si vedono altri traghetti fermi mentre questo (potrebbe essere il Cariddi) è pronto a partire.



Siamo sempre agosto 1924, traversata effettuata con mare calmo ed ecco villa San Giovanni, l'Invasatura pronta ad accogliere il traghetto, e si vede il paese nato per i trasporti ferroviari.



Una foto del paese di Villa San Giovanni visto dal Traghetto, si notano le case sulle colline di fronte al mare e la ferrovia che costeggia la spiaggia e va a scendere verso il porto.



Giugno 1924 Parata militare lungo via Garibaldi, Il comandante Militare di Messina con tutto lo stato maggiore sfila sulla strada tra militari schierati e folla trattenuta da un carabiniere in alta uniforme ed altri militari, ci sono persone sulle terrazze degli edifici appena costruiti, la foto, presa da un balcone, mostra la linea aerea dell'alimentazione del tram elettrico.



Lo sfilamento del Giugno1924, è arrivato all'incrocio via Garibaldi Primo Settembre si vede il palazzo Arcivescovile finito e l'emporio Vinci ancora in costruzione, sfila l'artiglieria con una batteria di obici da 149 a traino meccanico.



Sempre giugno 1924 si vede una moltitudine di persone con i vestiti della festa vero piazza Municipio o la Prefettura sempre su via Garibaldi, partecipare alla parata militare che è partita dalla cittadella.



Maggio 1924 una veduta panoramica siamo su la valle del torrente Annunziata in primo piano la ciminiera di una fabbrica e poi quello che dovrebbe essere il villaggio Regina Elena voluto dalla sovrana per le famiglie messinesi e si nota che dopo quattordici anni sembra appena finito, di fronte delle ville ed in alto un forte Umbertino dovrebbe essere il forte Ogliastri o Bottego.



Per un patito delle moto come l'ing. Raffaele Pistorino poteva mancare una foto in sella alla sua moto, elegante, eccolo sul lungomare Principe Amedeo (oggi Viale della Libertà) di fronte alla chiesa di San Francesco di Paola, alla rotonda, con i soliti ragazzi che guardano incuriositi e la fontana….. ancora in buone condizioni, siamo il 24/08/1924, sullo sfondo i Bagni Vittoria.



Siamo a Torre Faro 14/agosto /1924 si fanno i bagni con le donne completamente vestiti solo qualche ragazzo in costume, interessante la spiaggia e le case che si vedono dietro distrutte dal Terremoto del 1908 e dal successivo maremoto, solo qualcuna è stata ricostruire per esigenze dei pescatori e per qualche villeggiante.



Siamo sempre a Torre Faro il 14/agosto 1924, foto contigua alla precedente qualcuno è in mare altre signore sono sulla spiaggia con l'ombrello, dietro un casa ricostruita ed altre distrutte dal terremoto. Va sottolineato che sullo sfondo si vedono tre antenne radio per stazione radio rice-trasmittenti ad onde lunghe per i collegamenti marittimi, difficile da avere una simile immagine, si notano pure le colline ed i terreni tutti in coltura.



Torre Faro siamo nell'anno 1938 si nota la strada e le case con una spiaggia non ampia ma naturale, dove oggi vi sono i massi che proteggono spiaggia e case. Interessanti le barche di diversi tipi sulla spiaggia con pescatori a lavoro, che si preparano a mettere la barca in acqua, una ragazza sul muretto i bambini che giocano nella strada, ed una gallina che razzola.



Lago di Ganzirri, lago grande, al centro i legni per l stabulazione delle cozze, poche case sullo sfondo, foto sempre dello stesso periodo anni venti.



Lago di Ganzirri, sempre il lago grande, le case fronte mare sono più nitide, si vedono ampi spazzi verdi coltivati, al centro la stabulazione delle cozze, in primo piano un pontile, con ringhiera e probabilmente dei giochi pirotecnici in occasione di qualche festa.



Canale Margi, si vede il ponte stradale che da Granatari porta a Torre Faro e il lago piccolo la carrozzabile con la linea aerea del Tram elettrico per Torre Faro, il canale ben tenuto con a lato una stradina che porta ad incrociare la carrozzabile e delle case di cui una in costruzione, immagine del 1938.



Canale Margi che collega i due laghi, si vede il vecchio ponte a schiena d'asino esistente sul canale e che collega le due rive, molta vegetazione, casette sui due lati del canale, e anche sullo sfondo, siamo nel 1938.



Siamo sul Canale Margi che collega i due laghi, sempre nel 1938, in primo piano il vecchio ponte con la strada interpoderale che collega le due sponde e serve per immortalare tre belle ragazze sedute sul parapetto ed affacciate sul canale.



Il canale Margi a Faro, con la rigogliosa vegetazione prima del ponte stradale per Faro(vedi pali linea aerea tranviaria), sulla strada interpoderale due persone anziane che discutono ed un ragazzo che lavora guidando un asinello carico di fogliame "n'te bettule"(nelle ceste) che servirà, giunti a casa, per dare da mangiare agli animali ed allo stesso asinello, sullo sfondo una casa in costruzione, siamo sempre nel 1938, una immagine d'altri tempi.



Per un patito di Moto una gara motociclistica è molto bella. Siamo sulla strada che costeggia il villaggio Regina Elena e passano le motociclette che richiamano anziani e giovani e la moto si vede in primo piano di sfuggita mentre il pubblico si esalta, particolarmente l'anziano con il bastone, i ragazzi e le persone vestite con l'abito buono siamo una domenica del maggio 1924, e l'ing. Raffaele Pistorino immortala tutti.



Altre immagini della Gara motociclistica, siamo sempre nel maggio 1924, sulla via Palermo alta verso i colli San Rizzo, si notano i binari del Tram elettrico e la linea aerea, le casette basse e la gente che assiste alla gara, particolare, sul balcone, al sicuro, dei bambini che si riparano con un ombrello dal sole ed assistono "in tribuna", il pubblico attento, le sedie per ingannare l'attesa, ed il motociclista in primo piano.



Altra immagine della Gara motociclistica, Via Palermo alta o "Provinciale per Palermo" come era indicata, altro motociclista e pubblico , uomini, giovani donne vestite con l'abito della domenica, immancabili ombrelli e polvere sulla strada. Siamo a Maggio 1924.



Luglio 1924 viaggio in treno linea Messina Palermo passata la Galleria Peloritana tutti a prendere aria nella discesa per Gesso, si vedono tutti i terreni coltivati e la Locomotiva a vapore tira le sue carrozze centoporte con la gente ai finestrini in una semicurva.



Una giornata spensierata a Moleti (Mili) siamo nel 1922 lungo il mare, i ragazzi giocano, ed hanno in mano probabilmente dei rami d'ulivo o delle palme, i giovani discutono, sono vestiti con l'abito della domenica, un grippo che sorride alla vita.



Una giornata a Moleti (Mili) siamo sulla spiaggia seduti per la foto ricordo, grandi e piccoli, c'è stata mareggiata che ha portato le alghe sulla spiaggia, siamo a luglio 1924 una barca tirata a riva attende di essere messa a mare, ma i vestiti indicano che è una domenica in famiglia. Un carretto sullo sfondo ci dice che una strada è vicina.



Messina Viale Principe Amedeo (viale della Libertà) tutto alberato, Membri della Famiglia Giuliano e Pistorino in foto ricordo sul muretto, davanti ai Bagni Vittoria e in fondo il lido Principe Amedeo, con alcuni amici. Sulla strada una carrozza ed una macchina si intravedono sotto gli alberi. Come al solito qualche ragazzo approfitta per farsi fotografare 24/agosto1924.



Messina Stabilimento balneare Bagni Vittoria, viale Principe Amedeo qualcuno è vestito, ma la maggior parte degli uomini è in costume a un paio sono in acqua, fa caldo e ci si rinfresca è il 24 agosto 1924 il mare invita, non ci sono donne in vista.



Messina Stabilimento balneare Bagni Vittoria, viale Principe Amedeo. Una panoramica dello stabilimento balneare con diverse persone a mare ed altre affacciate alla ringhiera siamo il 24 agosto 1924 la fila delle cabine costruite su palafitte, caratteristica del lido.



Bella foto ritoccata a colori a mano dal fotografo, la famiglia Giuliano e Pistorino dinanzi alla Villa Giuliano all'Annunziata, lavoro certosino del fotografo che ha colorato la foto, siamo nel 1924.



Messina anni 22/24 demolizione delle Baracche Americane siamo nel piano della Mosella ed appena demolite le baracche sono presidiate come mostra la foto, da soldati, sembra di fanteria, per evitare che ci si appropriasse del materiale, e che si entrasse nella zona divenuta pericolosa.



Messina demolizione delle baracche su piano Mosella da notare che qualcuno si aggira spaesato per le vie e ancora a lato delle baracche demolite alberi da frutto che sono divenuti grandi dopo oltre dieci- dodici anni dall'edificazione delle baracche.



Messina anni 22/24 Baracche americane demolite per realizzare il quartiere lombardo, o gli edifici dopo il ponte Americano sul viale San Martino si notano le persone camminare sulla strada e le baracche demolite presidiate dall'esercito (un soldato di spalle alla strada con il fucile sul pied'arm) in attesa di eliminarle completamente.



Messina le baracche bruciate, probabilmente per uno dei diversi incendi scoppiati nelle zone baraccate e difficilmente controllabili dai Pompieri, oggi VVF, si nota un anziano camminare in mezzo alla strada e delle persone che osservano le Baracche distrutte. Siamo nel piano della Mosella baracche americane ed Italiane, in alto con difficoltà si intravede la parte alta del Cimitero, ed edifici in cemento armato già realizzati.



Messina maggio 1924, probabilmente zona Tre Monti, vallata Annunziata, lavori, si nota la cinta daziaria ancora esistente, mentre si fanno lavori di terrazzamento, i terreni tutti in coltura, si intravede, in fondo, la zona falcata e i primi edifici in muratura lungo il torrente.



Messina Lavori di demolizione di vecchi edifici per reperire aree per realizzare nuove costruzioni.



Messina 23agosto 1924 lavori della Società Pace a Gazzi per la realizzazione delle strade per realizzare le case popolari in quel quartiere , operai realizzano la strada ed abbattono le casette provvisorie.



Messina panoramica, Gruppo case Popolari a Gazzi realizzate dalla società Pace, 23agosto 1924, si notano gli edifici realizzati al rustico con ancora le impalcature, il quartiere ha già acquistato la sua fisionomia definitiva. In fondo si notano le case dei ferrovieri, mentre le colline sono ancora alberate.



Messina 1924 ragazza seduta alla Villa Mazzini, notare gli alti alberi che danno ombra alle panchine di ferro ed una fisionomia di frescura, quasi di bosco.



Messina la Statua e la Stele della Madonnina benedicente voluta da Mons. Angelo Paino, Arcivescovo della Città, in una foto del 1939 , si nota sia il forte S. Salvatore che la zona falcata con diverse navi ausiliarie e la costa della Calabria in sfondo, perfettamente leggibile la scritta alla base del monumento.



Messina il porto un peschereccio dal nome Nuova Rosalia Bonaria –Terranova- ormeggiato al molo, nell'anno 1939, tipo di peschereccio caricato con merce alla rinfusa e destinato ad assicurare il collegamento ed il trasporto merci varie con le Isole Eolie.



Messina porto 1940 L'Americo Vespucci ormeggiata al molo in una bella immagine che la ritrae tutta, compreso, il ragazzo sul molo. In primo piano.



Messina porto l'Amerigo Vespucci aperta alla visita della popolazione che sale a bordo, da notare i canotti di salvataggio rigidi appesi alla fiancata. Stagione primaverile, l'equipaggio ancora indossa la divisa invernale e le signore hanno il cappotto.



Messina 1940 costruzione Stazione Marittima e della Centrale, la marittima con l'armatura dei ferri e le impalcature pronta per la gettata, Foto Cianciafara e didascalia società Pace.



Milazzo l'ing. Giuliano e l'ing. Raffaele Pistorino sul molo del porto di Milazzo durante i lavori di costruzione del porto, fatti dalla Società Pace, si notano due leudi con le vele ad asciugare, ed i soliti ragazzi che si fanno immortalare. A riva una maona ed una lancia attraccate.



Milazzo porto l'ing. Giuliano e l'ing. Raffaele Pistorino sul molo del porto di Milazzo durante i lavori di costruzione del porto, in posa su un pontile di attracco, come sempre ragazzi giocano e sono attratti dalla macchina fotografica.



Milazzo l'ing. Giuliano e l'ing. Raffaele Pistorino sul molo del porto di Milazzo durante i lavori di costruzione del porto approfittano di una pausa per fumare, mentre i lavori proseguono.



Milazzo l'ing. Giuliano e l'ing. Raffaele Pistorino sul molo del porto di Milazzo durante i lavori di costruzione del porto posano con sullo sfondo gli edifici del porto e come sempre in posa con loro due ragazzi . Si vede la pavimentazione da realizzare.

Vi sono ora le immagini di Palermo



Palermo il Teatro Massimo luglio 1924 istantanea presa lateralmente.



Palermo Teatro Politeama febbraio 1922 istantanea di una signora dinanzi al teatro



Palermo il Teatro Politeama Luglio 1924 una immagine frontale.



Palermo ritratto di donna in un chiostro, febbraio 1922



Palermo Mondello personaggio femminile sulla spiaggia di Mondello, febbraio 1922.



Palermo di fronte a Monte Pellegrino, ritratto di donna, febbraio 1922.



Palermo Mondello Luglio 1924 pochi gruppi di bagnanti sulla spiaggia.



Palermo Mondello luglio 1924 lo stabilimento balneare con un lungo scivolo a mare.



Palermo il porto con lo sfondo di Monte Pellegrino Luglio 1924

L'importanza della raccolta deriva dalla circostanza che mostrano situazioni particolari di Messina con uno spaccato degli anni in cui sono state scattate e sono tutte inedite, anche se la qualità lascia a desiderare in quanto tutte quelle del 22/24 sono stampate in formato cm. 4x4 e ingrandirle di più, di quanto fatto, per la ricerca di particolari, è impossibile in quanto sgranano.
Alle didascalie si può aggiungere di più, ma non lo ritengo necessario, chi vuole cercare altri particolari è libero di farlo, quanto detto serve a dare solo una idea delle immagini.
Si ringrazia l'amico Andrea Lanzafame per avere messo questo materiale di famiglia a disposizione, per poterlo esaminare ed ordinare.
A Cura di Franco Spadaro




       


Messina 09/02/2019






Il materiale "diverso" Cartoline

dell’Associazione Storico Modellisti Messinesi

Si può affermare, non per vantarsi:
"poche cose ma buone"
forse uniche.

     Tra le tante attività della Associazione Storico Modellisti Messinesi, forse poco conosciute, vi sono: libretti, CD, Folder, e la realizzazione di alcune Cartoline.



Cominciamo a parlare di queste ultime, poi passeremo alle altre realizzazioni. Quando debuttammo abbiamo voluto farci conoscere con un qualcosa di nuovo: una coppia di cartoline della serie Romana.



Due cartoline, uniche nel loro genere, che riproducevano dei modelli di personaggi romani, di armi e diorami legati alla storia di Roma imperiale, cartoline semplici, ma ritengo, modellisticamente interessanti, ovviamente per chi fa storia romana, e piacciono i soldatini.



La prima, anche se non sono numerate, riproduce un Legionario Romano "Cum Impedimenta" cioè con quasi quaranta chili di corredo militare di cui doveva farsi carico: elmo e corazza, spada "gladium" e pugnale, scudo foderato per non danneggiarsi, scarpe di ricambio "il pilum" la lancia, un recipiente per bere, viveri , un bastone dove appendere questi oggetti, ed anche una vanga e dei pezzi per organizzare la difesa esterna dell'accampamento che, a fine marcia giornaliera 35/40 chilometri, doveva realizzare con gli altri compagni. A lato vi è una Torre Ariete, con il personale di servizio, in scala con la torre, con in basso il motto delle torri arieti "ubi cornibus ferio dirumpo" (dove cozzo dirompo) vi sono ufficiali a colloquio, ed un legionario in arrivo, ancora con lo scudo coperto, pronto per presentarsi al Centurione, gli scudi ci dicono che è una macchina da guerra della X° legione.



In una scala diversa, e con diorami non uguali, ecco la seconda cartolina che ci presenta, sempre per la serie Romana, una catapulta d'assedio con personaggi in una scala maggiore, 120 mm, con un cavaliere esploratore che discute con un centurione, indicando qualcosa, oltre ad un signifer e un arciere alleato, che per proteggere la macchina è pronto a scoccare una freccia; a lato hanno acceso il fuoco per sostituire le pietre con palle infuocate e pece da scagliare contro il nemico mentre un legionario sta dando gli ultimi giri di manopola per caricare l'arma.



Nella stessa cartolina vi è una coppia di cavalieri della cavalleria romana in missione esplorativa che indicano qualcosa e sono di reparti diversi inviati ad esaminare il campo di una possibile battaglia.



Dopo la serie Romana, abbiamo realizzato l'unica cartolina su Messina Bombardata, nella seconda guerra mondiale, con al centro la motivazione sulla medaglia d'oro conferita alla città e appuntata sul Gonfalone, evento mai realizzato da alcuno.



Le quattro vedutine ripropongono scene di bombardamenti particolari, come la Camera di Commercio con un'ala colpita, e gli effetti delle bombe sui palazzi in cemento armato, il Duomo incendiato e con tutto il tetto crollato nell'incursione del 1943, quando gli spezzoni incendiari lo colpirono in pieno, ed ancora il Collegio S. Ignazio a Piazza Cairoli colpito da alcune bombe e danneggiato, ed infine la Stazione Centrale colpita con vetture 100 porte letteralmente sollevate e scaraventate su altri rotabili e resa inservibile, si trattava di un obiettivo strategico.



Altra cartolina ha per soggetto la Stazione Centrale e la marittima, non piazza stazione, proprio per fare vedere l'opera e ricordare che in un certo periodo di era discusso di alienare ad un gruppo straniero tutto il complesso binari ed edifici per una mega speculazione.



Da questo deriva il grido non toccate la stazione dopo che avete soppresso i treni, la stazione è ancora li, i treni uno a volta spariscono, e annualmente bisogna fare lotte per evitare che spariscano del tutto. Sempre una cartolina a vedutine con quattro immagini. Nella prima una immagine storica la Stazione centrale prima del terremoto del 1908 che la danneggiò seriamente tanto che dovette essere ricostruita con una struttura ad un solo piano. La nuova stazione Marittima inaugurata alla vigilia della seconda guerra mondiale e realizzata in due anni insieme alla stazione centrale, che consentiva ai passeggeri di muoversi al coperto per salire e scendere dai traghetti e dai treni.



Ancora la marittima, costruzione delle invasature con cassoni di cemento armato pre-compresso, che vengono affondati per creare le sponde delle stesse che resistettero ottimamente ai bombardamenti aerei della Guerra; infine la costruzione di un'opera che svolge un compito vitale come complemento alla Stazione Centrale, ed è il cavalcavia, l'opera è riprodotta in una fase della costruzione, si notano le locomotive a vapore che muovono i treni e cominciano a passare sotto il ponte non ancora completato.

La chiusura del plico è stata fatta in ceralacca

Ultima cartolina, ma non la meno importante, la post card commemorativa della Prima traversata dello Stretto di Messina con Elicotteri Radiocomandati con motori a scoppio, Villa San Giovanni/Messina, con annullo di partenza ed arrivo. La cartolina dispaccio speciale, che riproduce una vecchia carta ottocentesca dello stretto dell'Istituto Geografico Militare del 1889, con sovraimpressi elicotteri con livrea sia della Polizia di Stato che della Guardia di finanza che attraversano lo Stretto da Villa a Messina dove arrivano al porticciolo Marina Di Nettuno alla Passeggiata a Mare.
La manifestazione rinvita per le condizioni meteomarine avverse, porta il timbro del rinvio oltre che i loghi delle Associazioni che hanno collaborato all'impresa. Oltre la cartolina è stato anche realizzato un plico (Busta) che ricorda l'evento, sullo stile dei plichi speciali postali trasportati su diligenza dell'ottocento, proprio per sottolineare l'evento molto particolare non ben visto da alcuni che lo hanno boicottato sino alla fine.Il plico è molto interessante per la fattura e per l'unicità e per la realizzazione ed ha avuto un certo successo, emesso in numero limitato di esemplari, viaggiato.
Chi volesse avere qualche pezzo, delle edizioni realizzate dalla nostra Associazione, sia cartoline non bollate o bollate con annullo di manifestazioni avvenute a Messina coincidenti con l'emissione delle stesse, può contattare l’Associazione all'e-mail o al numero telefonico indicato sul nostro sito.
Se di Messina la consegna sarà a mano, se non abitante a Messina al costo delle cartoline dovrà aggiungere le spese di spedizione. Prezzo cartolina semplice € 2,00, affrancata €. 5,00; per il plico della traversata con doppio annullo €.8,00, spese postali a secondo del mezzo concordate alla richiesta. Sono rimasti poche pezzi per ogni cartolina presentata, che non verranno più rifatte, salvo esaurimento pezzi.
(prima parte, segue altre realizzazioni)
A cura di Franco Spadaro




Messina 21/07/2018




MUTTI E MUTTETTI





Riprendiamo con qualche proverbio siciliano ora, che si parla seriamente, di inserire il siciliano nelle scuole.

Li mura non hannu oricchi e sentunu, non hannu vucca e parrunu.
I muri non hanno orecchi e sentono, non hanno bocca e parlano.

Li cosi longhi addiventanu serpi.
Le cose lunghe diventano serpenti.

Libirtadi e saluti cui ha , è riccu e nun lu sa.
Libertà e salute chi la possiede, è ricco e non lo sa.

Lu beddu di lu jocu, è fari fatti e parrari pocu.
Il bello del gioco è: fare fatti e parlar poco.

Lu mastru è mastru e lu patruni è capumastru.
Il mastro è mastro, ma il padrone è capomastro.

Lu sonnu di la notti consigghia l’omu.
Il sonno della notte consiglia l’uomo.

Mancia a gustu tò, càusa e vesti a gustu d’àutru.
Mangia a gusto tuo, calza e vesti a gusto d’altri.

Lu troppu spascia e lu picca nn’abbasta
Il troppo guasta ed il poco è sufficiente.

Meghiu accordu màghiru ca sintenza grassa.
Meglio un accordo magro che una sentenza grassa.

Meghiu cu picca gudiri ca cu assai trivuliari.
Meglio col poco godere, che col troppo tribolare.

Nun ludari la iurnata,si non scura la sirata.
Non lodare la giornata se non giunge la sera.

Non si po’ viviri assai e annari rittu.
Non si piò bere assai ed andare dritto.

Non ti mettiri a paru chi megghiu i tia.
Non voler gareggiare con i migliori di te.

Non veni jornu chi non veni sira.
Non passa giorno che non venga la sera.

Ogni lignu avi u so fumu.
Ogni legno ha il suo fumo.

Oggi a mia , domani a tia ,semu tutti ‘n cumpagnia.
Oggi a me, domani a te , siamo tutti in compagnia.

Ogni ‘mpedimentu è giuvamentu.
Ogni impedimento è giovamento.

Genti da codda e lignu di castagna, tuttu si perdi e nenti si guadagna.
Persone di montagna e legno di castagno, tutto si perde e nulla si guadagna.

Partiri quannu agghiorna ‘un ti partiri quannu scura.
Parti quando fa giorno, non partire quando fa sera.

Pighia cunsughiu di prudenti chi mai ti penti.
Piglia consiglio dai prudenti che mai di questo ti pentirai.

A cura di Franco Spadaro


Messina 11/12/2016




RICORDI ???

Ieri ci si ricordava con una cartolina, un biglietto.
Oggi? F.B., W.Z. o il nulla!!

Una evoluzione positiva? o un sfilacciamento dei rapporti.

Mi riferisco ovviamente agli Auguri di:

"Buon Natale, Buon Anno, Buone Feste!!!!"


        All'avvicinarsi delle festività si cominciava a prendere l'agenda o un foglio gelosamente conservato, un poco ingiallito, dove vi erano nomi ed indirizzi, spesso con aggiornamenti, cancellazioni, eventuali annotazioni, da usare anche quest’anno sotto le festività di Natale.



Cominciava, in mezzo ad altri riti, quello della ricerca di quel cartoncino da inviare, facendo abbinamenti tra nomi e cartolina, e biglietto, verificare l'elenco, mettere in evidenza gli aggiornamenti nell'elenco, e fare il conto di quante cartoline servono in questo anno, stabilire quando uscire per cercarle, per trovare le novità, le più belle per stupire i destinatari, approfittare per girare per cartolerie, tabacchini, negozi particolari ed infine comprare i francobolli dopo avere verificato l'importo della spedizione.



Molte volte ti traevano d'impaccio le Amministrazioni postali di varie paesi compresa l'Italia che emettevano serie di francobolli di vario taglio inerenti le Feste di Natale con le quali si potevano affrancare le corrispondenze del periodo con le ultime novità filateliche, oltre a biglietti postali editi apposta.



Una curiosità, che forse esiste ancora, vi è un indirizzo in Austria che riceve la corrispondenza inviata a "Gesù Bambino" e se invii in busta la lettera o cartolina di risposta, con il coupon relativo all'affrancatura, ti ritorna con l'annullo apposito creato ogni anno per le festività "4411 Christ Kilndl" dalle Poste Austriache con gli auguri.



Era un modo per ricordarsi, per salutarsi a distanza, per dirsi una parola vergata ad inizi novecento o a matita o a con la penna ad inchiostro, (a bagnare) poi…. con la stilografica, poi con la biro, poi sparisce il cartone, arriva il computer, il telefonino, con i vari programmi, poi... il nulla. Ecco in sintesi che cartoline e biglietti spariscono, restano in qualche collezione poi neanche, sostituite da altre immagini, le augurali sono poco ricercate.



I tempi cambiano ma le tradizioni seguono i tempi cambiano con essi, certi modi diventano obsoleti, non si usano più, in un mondo iper veloce non si perde tempo per scambiarsi gli auguri, un messaggio da inviare in modo circolare, dove il foglietto diviene una lista email, il computer elabora disegni, si inviano in un istante come chi deve togliersi una seccatura e nulla più, si scaricano e mail e basta, sperando che, chi li riceve, trovi il tempo per leggerli e forse rispondere.



Tanto le Poste sono intasate funzionano male le buche per lettere sono quasi sparite, per Poste italiane la posta è una seccatura, vuole personale, non rende, oggi vorrebbero diventare una banca non un mezzo di recapito corrispondenza, tanto meno cartoline e biglietti o altro girano, meglio è.



Non voglio dire che in passato era meglio, ma i rapporti umani venivano curati un minimo in più si dava peso all'amicizia, oggi non resta che qualcosa di aereo di impalpabile, le feste diventano la sagra del consumismo, se ci sono i soldi, e quei tenui legami di una volta si affievoliscono sino a sparire, e ricordarsi degli altri, di chi ha bisogno, per alleggerirsi la coscienza.



Non voglio dire che un cartoncino teneva in piedi chi sa che, era solo un legame che interfacciava degli esseri umani, era un altro mini tassello che collaborava con l'umanità e che sparendo allontana e toglie, insieme con persone che vogliono distruggere tradizioni, per rendere l'uomo sempre più un tecnocrate senza punti di riferimento, senza amore, e senza rispetto per gli altri.



Io penso che bisogna tenersi ben salde le nostre Feste, le nostre tradizioni per riaffermare la propria diversità la propria identità verso altri che tentano di sopraffarti, in nome di un buonismo, e di accettare chi, invece, alle proprie tradizioni non rinuncia ma le vuole imporre agli altri.

A cura di Franco Spadaro
Le relative immagini le trovate nella pagina FOTO voce "Cartoline di Natale"



Messina 08/09/2016




Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti (TRE)



Dopo alcuni anni abbiamo ritenuto di riprendere a scrivere in siciliano e ricordare vecchi proverbi che sono la scienza del nostro popolo, anche se talvolta sembrano contraddittori.



Quannu vidi cchiù cani supra un ossu ; la megghiu cosa è farritilla arrassu.
Quando vedi più cani sopra un osso; la miglior cosa è fartela alla larga.

Si voi chi nuddu di postu ti scugni; nun dimustrari mai chi tu ti spagni.
Se non vuoi che qualcuno dal posto ti scalzi; non dimostrare mai che ti spaventi.

A Santu Andiria lu aranciu giallia.
Per Santo Andrea (10 novembre)l’arancio ingiallisce ;( matura).



Cu avi na bona vigna, havi pani, vinu ,e ligna.
Chi ha buona vigna, ha pane, vino e lagna.

Amuri, tussi e fumu, non si ponnu tiniri mucciati.
Amore, tosse, e fumo, non possono tenersi nascosti.

Cani di quattru, cavaddu di ottu, donna di diciottu, giovani di ventotto.
Cane di quattro anni, cavallo di otto, donna di diciotto e giovane di ventiotto.



Lomu è comu lu mari: su nun porta oi ,porta dumani.
L’uomo è come il mare: se non porta oggi, porta domani.

Cani chi addimura, porta caccia.
Cane che si attarda, porta caccia (selvagina).

Ciaraveddu, di ciaravidduni; e agneddu di grosso muntuni.
Capretto (buono) (nasce)da capro giovane; e agnello (buono) da forte montone.



Porci e fighioli comu li nsigni li trovi.
Porci e figliuoli, come li educhi li trovi.

Voi lu cani? Nutricalu nicu.
Vuoi un cane (fedele)? Allevalo da piccolo.

Caru vinni e giustu misura.
Caro vendi, ma misura giusto.



A Santu chi nun suda, nun ti cci addinucchiari.
Dinanzi a santo che non suda (che non si commuove)non ti inginocchiare.

Addimanna sempri assai, chi a calari cci sarrai.
Domanda sempre assai, che ridurre (sempre) potrai.

Deci unzi a tutti, unci unzi a qualcunu, un rotulu a nisciunu.
Dieci once a tutti (scarso)undici once a qualcuno (giusto) un rotolo a nessuno (once 12 = 800 grammi, un rotolo)(di più).



A giunta è chiù du rotulu.
La (parte) aggiunta è più di un rotolo (di tutta la merce).

Cu li amici pattu, cu li parenti cuntrattu.
Con gli amici patto (basta) con i parenti (ci vuole) un contratto.

Oru fintu e cartapista, pocu spisa e bona vista.
Oro finto e cartapesta , poca spesa e buona vista.



La vicchiaia nun voli jocu, voli pani, vinu e focu.
La vecchiaia non vuole gioco, vuole pane, vino e fuoco.

Pri San Franciscu, nesci lu caudu e trasi lu friscu.
Per San Francesco (4 ottobre) esce il caldo ed entra il fresco.

A riccu nun prumettiri, e a poviru nun mancari.
Al ricco non fari promesse, ed al povero non mancare (di parola).



La puvirtà fa l’omu ncignusu.
La povertà rende l’uomo ingegnoso.

Cui spera nna lu monucu, spera ricogghiri lu ventun tra na riti.
Chi ripone speranza nel monaco, spera di raccogliere il vento nella rete.

Dinari e santità criditini mità.
Denari e santità credine la metà.

Lassa fari a Diu chi è Santu vecchiu.
Lascia fare a Dio che è santo vecchio.

Leggeteli in siciliano, sono più incisivi.
Vi sono altri due raccolte pubblicate sul sito.
A cura di Franco Spadaro




Messina 28/04/2014


Il trasporto ferroviario in Sicilia





      Qualche breve cenno sul trasporto ferroviario in Sicilia e sul lento ma costante abbandono di questo mezzo di comunicazione nel corso del tempo nella nostra isola dopo il bum del secondo dopoguerra.
Il primo collegamento ferroviario, in Sicilia, nasce nel 1865 tra Messina e Catania per essere poi esteso tra Catania e Palermo e solo nel 1895 tra Messina e Palermo per creare quel triangolo di collegamenti cui si aggiungevano le varie diramazioni per Siracusa, Ragusa e Agrigento, Trapani. Con gli ultimi anni dell'800 si collega con il "ferryboat" la Sicilia al Continente e le Ferrovie Meridionali crescono sino alla creazione delle Ferrovie dello Stato per nazionalizzazione.



Col crescere del servizio cresce l'utenza dei pendolari e di coloro che sia per lavoro, per studio, per fare acquisti, o per divertimento vanno in città o in continente affrontando, secondo le distanze, veri viaggi di giorni e giornate di fumi in quanto tutti i trasporti erano a vapore. Anche le merci cominciano a viaggiare sui treni e comincia a diminuire il cabotaggio e i trasporti su navi per brevi distanze non appena le ferrovie trasbordano i carri al di la dello Stretto.



Nascono le stazioni, belle, grandi, che devono smaltire i flussi di viaggiatori che arrivano e partono, a tutte le ore, per le più svariate destinazioni, ma soprattutto studenti e lavoratori che vanno nel capoluogo o nei paesi vicini, a quelli dove abitano, e dove sono ubicate aziende, uffici, e scuole superiori, e si muovono ad orari prestabiliti ed in gruppi massicci, o si soffermano attendendo l’arrivo o la partenza dei treni.



Le ferrovie Meridionali riescono ad assicurare la possibilità di trasporto, sia passeggeri che merci, verso tutta l'isola e con il continente, prima con trasbordo passeggeri a bordo di piroscafi e poi sui traghetti in quanto in un primo tempo solo i bagagliai postali e qualche vettura di prima classe viene traghettata oltre un numero limitato di carri merci, avendo i primi traghetti, un solo binario centrale, e dei saloni per ospitare persone.



Aumentando il numero dei ferryboat e quello delle corse aumentano le merci trasportate in continente, soprattutto prodotti dell'agricoltura siciliana che affluiscono sui mercati del nord. Il terremoto di Messina del 1908, impone una ricostruzione del trasporto, ma prima la guerra di Libia e poi la prima guerra mondiale cambiano i trasporti per sopperire alle contingenti necessità. Con il ritorno alla pace le ferrovie si razionalizzano e diventano un mezzo di trasporto di primaria importanza sia economica che sociale, sia per il movimento nell'isola che per il resto d'Italia o d'Europa.



Anche in Sicilia comincia il movimento oltre che giornaliero anche festivo con gite organizzate per manifestazioni, fiere, feste, ricorrenze, in quanto il mezzo per eccellenza per muoversi, è il treno, con suddivisione nelle tre classi sposta migliaia di utenti che vogliono, con i pochi mezzi economici a disposizione, divertirsi la domenica.



Il materiale rotabile è basato su vetture 100 porte per trasporti locali o medie distanze, mentre le vetture a compartimenti sono in uso sui treni rapidi o direttissimi per medie e lunghe distanza: le Az 10000 e le Bz 32000 del 1937. Dobbiamo aspettare la fine dell'emergenza della II° guerra mondiale, per vedere, sulle brevi e medie distanze, le vetture pulman (a due saloni e servizi al centro, con doppia porta) le "Corbellini" che sopperirono alle necessità contingenti della mancanza di vetture, con un materiale leggero ed a basso costo per trasporti locali in esercizio sino agli anni 90.



All'inizio degli anni 60 scompare la terza classe e di colpo le classi diventano due cambiando i numeri sulle portiere delle vetture, bisogna attendere la fine degli anni 60 per avere nuove vetture a carrelli le Bz 45000 ed a compartimenti, mentre la trazione elettrica lentamente, insieme con il diesel, copre la trazione in tutta l'Isola, in Italia già la trazione a carbone andava spegnendosi sulle linee maggiori da prima della guerra. (Vedi scritto sulla transizione vapore - elettrico su questo sito "Messina crocevia di mezzi di locomozione")



Lunghi treni merci fanno viaggiare, tutto quello che necessita, su ferrovia e arrivano sullo stretto navi traghetto sempre più grandi e capienti per sopperire alla necessità di trasporto ed alla lunghezza dei carri e delle vetture. Nasce la Fiat a Termini Imerese e si vedono giornalmente almeno due treni di containers e carri ed altrettanti di auto che si muovono sulle nostre linee. Comincia il trasporto gommato sia con qualche autobus, e gli autotreni che, con la nascita delle autostrade, divengono più potenti e capienti e contendono al treno il trasporto merci, sino a soppiantarlo.



Mi fermo qui, è il principio della fine, il gommato supera il trasporto ferroviario, si afferma l'aereo, sulle medie e lunghe distanze, finiscono i trasporti marittimi, e quello merci, anche se cambia nome in Cargo, diminuisce in modo drastico il trasporto delle merci anche per disservizi costanti e poca puntualità, ed anche i passeggeri vanno sul gommato per medie e lunghe tratte, pure con collegamenti internazionali.



E vediamo oggi le stazioni semi vuote, con un limitato traffico passeggeri, per venir meno, in Sicilia, anche delle metro-ferrovie, anche Poste Italiane viaggia su gommato quando sino agli anni novanta esistevano i Bagagliai per trasporti postali che sono stati soppressi. E' nata l'Alta velocità sino a Napoli, estesa poi a Salerno come coda e… il sud si allontana sempre di più dal Nord e dall'Europa.
Se una persona vuole viaggiare deve attraversare lo stretto con propri mezzi prendere i treni per Napoli o Roma e poi, cambiando, servirsi dell'alta velocità per raggiungere mete al nord, e sulle dorsali, cambiando nuovamente, per andare in tratte non servite dai treni veloci. Quando una volta si viaggiava in una sola tornata senza cambi. (Treno del sole,- Milano; - Treno dell’Etna,- Torino;- il Venezia – Palermo, il Peloritano per Roma,)
La Sicilia diventa sempre più un isola con trasporti merci sempre più inesistenti e viaggiatori sempre più soppressi, dopo che vengono creati i rami secchi si devono potare, non si devono fare divenire produttivi. Le ferrovie sono in attivo eliminando i servizi e eliminando il personale diventando un'azienda che...... non offre servizi. Una politica di trasporti falsa e basata sull'incompetenza dei vertici di una azienda che fa sempre cassa sullo Stato e localmente sulle Regioni costrette a pagare per la disorganizzazione dei servizi, locali. Solo regioni lungimiranti, Sicilia esclusa, si organizzano il traffico regionale autonomamente ed hanno servizi sempre più efficienti.
A cura di Franco Spadaro

Messina 12/04/2014




Angelo Musco

                                   ANEDDOTI STORICI

Vi presentiamo una dozzina di aneddoti storici, vediamo se piacciono.-

1) Angelo Musco:

Una sera la moglie del protagonista del San Giovanni Decollato, una delle più divertenti interpretazioni di Angelo Musco, disse invece - di aristocratici areostatici. Subito Musco come rivolto al pubblico: - Areostatici Ah, oh, Che stupida! Come se fossero sottomarini!!!

Dionisio

2) Dionisio Il Vecchio:

Dionisio, tiranno di Siracusa, avendo saputo, che un tale aveva sognato di sgozzarlo, lo fece chiamare e gli disse: - Se tu non avessi, di giorno, pensato di sgozzarmi non l’avresti sognato di Notte!

3) Demostene:

Al grande oratore ateniese chiesero un giorno: - Che cosa deve fare un uomo per assomigliare più che sia possibile a Dio? – Del Bene , rispose Demostene.

4) Filippo di Macedonia:

C'era alla corte del Re Filippo di Macedonia, un tale che parlava male del re. – Bisogna scacciarlo, disse un cortigiano al re. – Ma neppure per sogno, disse il re, oggi parla male di me solo alla mia corte; domani, bandito, parlerebbe male di me dappertutto!!

Platone

5) Platone:

Platone non voleva che i suoi scolari giocassero a dadi. Avendone rimproverato uno, questi si scusò dicendo, che rischiava poco denaro. - Si, rispose Platone, ma perdi molto tempo.

6)Dario, Re dei Persiani ed il pentimento:

A Dario, re dei Persiani, fu chiesto se si pentisse di qualcosa. – Si, rispose Dario, di tutte quelle cose che ho dette, quando non avrei dovuto dirle!!

Aristotele

7) Aristotele:

Un tale, chiese ad Aristotele, perché gli uomini mentono. Ed Aristotele: - Per non essere creduti quando dicono la verità.

8) Aristotele caritatevole:

Perché, dissero ad Aristotele alcuni amici, hai fatto la carità a quel tale? Quello è un poco di buono! - Io, replicò Aristotile, ho fatto la carità ad un uomo; non volevo fare la carità ad un galantuomo.

9) Aristotele:

Sai, dissero alcuni amici ad Aristotele, che molti parlano di te? – Come potrei saperlo se costoro parlano di me quando io non ci sono? – Appunto per questo siamo venuti a dirtelo. - Appunto per questo, replicò Aristotele, non me ne importa niente. Mi bastonino pure…. Quando io non ci sono!!!

10) Callimaco:

Chiesero un giorno a Callimaco, poeta greco del III secolo a.C., come facesse a giudicare in breve tempo un libro. - Dal peso, rispose Callimaco, perché più pesa più è grosso, e più è grosso e più sciocchezze contiene.

Pompeo Magno

11) Pompeo ed il Disertore:

Ad un disertore, Pompeo chiese, come mai fosse senza cavallo. – L'ho lasciato nel campo di Cesare, rispose il disertore. - Bene, disse Pompeo, se hai disonorato te stesso, hai voluto salvare l'onore del tuo cavallo!!!

Gaio Giulio Cesare (Gaius Iulius Caesar)

12) Cesare piange:

Non posso vedere la statua di Alessandro Magno, disse Cesare quando era a Cadice, senza piangere. - Perché, gli fu chiesto. - Perché penso a ciò che aveva già fatto quando non aveva che la mia età! – E cosa aveva dunque fatto? - Aveva conquistato quasi tutto il mondo!!!

A cura di Franco Spadaro


Fumetti:
le strisce di ieri, i libri di oggi, ritornano sulla cresta dell'onda.



11/03/2014


                                          
      Ritengo che non vi sia uomo o donna che non hanno letto dei fumetti. Inseriti in giornali o autonomi con un personaggio come eroe, a striscia una volta, a giornaletti poi, a libri oggi, fatti da disegnatori famosi, o da nuovi emergenti, il fumetto porta il lettore a conoscere: prima il personaggio, poi il disegnatore, e buon ultimo lo scrittore.
Il bello del fumetto è, a prescindere il contenuto, la trama, la leggerezza della storia, il connubio immagine - scritto, che alleggeriscono la lettura a chi non vuole cimentarsi in un libro tutto fitto di parole una dietro l'altra che ti impegna, ti coinvolge, spesso ti impone di andare avanti.
Chi oggi sfoglia un fumetto, preferisco chiamarli così senza usare "comics" termine straniero, e fa un confronto mentale con quelli letti in gioventù vede grossi cambiamenti, sia nella grafica, che nel disegno ma anche nella coreografia e nei colori. Una volta il bianco e nero la faceva da padrone, il colore era in copertina, rarissimi quelli con qualche pagina a colori, oggi solo colore rappresentazioni piene, quasi dei ritratti, delle piccole foto che ci mostrano immagini, spesso crude, che i colori accentuano, dove lo scritto è sintetico, "il fumetto" quasi piatto.
                                          
      Lo stile inconfondibile dei fumetti di Walt Disney, dove Personaggi come Paperino, Topolino, Pluto, Qui Quo Qua la facevano da padroni con un contorno di altri personaggi minori, poi vi erano i classici fumetti del West: Tex, Capitan Miki, Blek Un Ragazzo nel Far West, Le Giube Rosse del Canada, ed ancora i personaggi delle serie TV da Rin Tin Ti a Furia, e ogni uno aggiunga il suo preferito, quello che rappresentava se stesso. I personaggi indimenticabili del Corriere dei Piccoli con il Sig. Bonaventura ed il suo Bassotto, Capitan Co Co Ricò, Tordella ecc.... Ogniuno aveva la sua serie preferita e vi era un commercio, scambio o vendita e bravo chi li ha raccolti e conservati, oggi ha un valore nel cassetto, e qualcosa di irripetibile.
                                          
      Il fumetto di ieri inseriva la donna raramente in una storia, vi erano cavalli che collaboravano con il nostro eroe, apparivano locomotive e treni del West con vaporiere sbuffanti, tutto era contorno, non si vedeva sangue tutto era ovattato, i destinatari dei fumetti, tutti giovanissimi, dovevano essere tutelati, vinceva il bene ed il buono, si vedeva un mondo lontano che molti non conoscevano era proprio il mondo dei fumetti. Ma piano piano queste serie cambiarono si aggiunsero altri fumetti la serie Eroica con storie di guerra, ed altre serie varie.
Dopo si passo a rendere a fumetti storie e personaggi di favole, Pinocchio, Peter Pan, L'isola del tesoro, I tre Moschettieri, ed altre ancora, seguì un periodo di calma il fumetto classico, tranne qualche eccezione parve scomparire, per rivivere in qualche negozio, su qualche bancarella per i collezionisti. Nacque pure qualche museo del fumetto, semi sconosciuto, ve ne è uno nel comune di Santa Croce Camerina molto interessante, con oltre sette stanze ognuna dedicata ad una casa editrice; poi si scoprono molti collezionisti nascosti che possiedono pezzi unici o serie complete dal primo numero, fine anni quaranta, se non da prima della seconda guerra Mondiale. Oggi vengono stampate strisce di Tex a colori a cura del museo sopracitato. Vennero fuori poi altri personaggi dall'Uomo Mascherato (fantasma che cammina) a Diabolik con la sua donna Eva Kant, ed altri fumetti come Batman ed una serie lunghissima di personaggi che si combattono tra loro.
                                          
       Ed oggi? La situazione è complessa alcuni dei classici resistono, sono ristampati, rinascono con vesti tipografiche moderne, lasciando le immagini tradizionali, come Tex, Topolino, Paperino, con storie ristampate o con nuove storie, quando possibile, ma sono una eccezione per amatori, per nuovi collezionisti che non cercano il pezzo antico originale, che ha un costo elevato. Vi è un nuovo mondo fatto da fumetti "stranieri" cioè da fumettisti noti in altri paesi che vengono fatti conoscere in Italia con collane che ci mostrano il meglio di questi autori, con serie moderne che trattano di tutto da personaggi storici a fatti ed eventi come la serie Historica di Mondadori che ha concesso al pubblico di conoscere fumettisti altrimenti sconosciuti o altre produzioni che spaziano dalla fantascienza a storie varie, sempre con personaggi nuovi e autori non italiani.
                                          
      Ma fortunatamente sta sorgendo una scuola italiana di fumettisti, con disegnatori bravi e con scrittori valenti che propongono storie di spessore ed affrontano temi validi oltre a proporre una grafica semplice ma molto incisiva. Queste nuove leve stanno lentamente affermandosi anche se con scuole importanti ed appoggiandosi a Case Editrici che aprono la strada a questi nuovi personaggi. Tutto questo lascia ben sperare per il nuovo fumetto che ovviamente è diverso dal fumetto classico, è pieno di colore con scene molto piene, con più personaggi, con immagini spesso crude e anche pesanti se raffrontate a quelle classiche molto leggere.
      Il passaggio dal classico al moderno farà storcere il naso a molti, vedere una pagina piena con un ordine sparso, non molto scritto, immagine pesanti ci obbliga ad una analisi e ad una lettura impegnativa, diversa da quella più leggera del fumetto classico. Quando si trova qualche disegnatore che si ispira al fumetto del passato, anche se molto più crudo, è una eccezione, gli altri disegnano personaggi ispirandosi al mondo di oggi, facendo rivivere il passato al presente e spesso direttamente al futuro.
      Ma il fumetto non tramonta, si evolve si adatta alle mani di che lo disegna, ma vuole anche storie ben costruite, con autori di testi (scrittore) preparati e che sappia appassionare il lettore facendogli comprendere che spesso è essenziale, su un fatto storico o vero, inserire con tempismo personaggi di fantasia, che tengano viva la trama di una storia ed appassionino il lettore, in questo supportati da disegni che, in un mondo basato sull'immagine, rendano bene l'opera elevando la qualità ed appassionando il lettore tanto da farlo diventare un appassionato di quel personaggio o di quella collana.
      Se ieri il fumetto poteva barare sull'immagine, in quanto, per poca conoscenza, si accettava quello che era disegnato, oggi in un mondo dominato dall'immagine il margine di errore è irrisorio. Il disegnatore deve rendere l'atmosfera in cui si muove il personaggio, anche se può creare un mondo un poco confuso, oggi il fumettista deve rendere la realtà della storia in quando il pubblico ha un ottimo palato e vuole gustare "Il Fumetto". Se ieri era il ragazzo ingenuo, affascinato dal personaggio, oggi in un mondo di elettronica, è un ragazzo che ha solite basi di giudizio e saprà scegliere e nel caso, scartare materiale di non alta qualità.
      Per concludere si può ipotizzare una seconda giovinezza di questo mezzo di comunicazione, dopo quasi settanta anni dalla sua diffusione, grazie a nuove generazioni di fumettisti, alla specializzazione dei compiti: tra chi scrive, chi fa le sceneggiature, chi disegna, e spesso anche chi colora. Con equipe affiatate sarà possibile vedere nuove storie a fumetti purchè non si scada in opere di scarsa qualità per cupidigia commerciale.
                                          
A cura di Franco Spadaro
Per approfondimento ed immagini vedi nella pagina FOTO voce "Un Messenion Due" ed "Fumetti al Centro Commerciale Tremestieri 2013",e Fumetti la Nona Arte .

         Incontro Poste Italiane Filiale di Messina.



30/05/2013


         L'Associazione Storico Modellisti Messinesi ha incontrato il Direttore di Poste Italiane, filiale di Messina, Dott. Rubino Francesco per discutere di problematiche filateliche in occasione della realizzazione dell'annullo Speciale per al Prima Trasvolata di elicotteri radiocomandati dello Stretto di Messina.
Dalla discussione è emersa la volontà di collaborare in manifestazioni congiunte Modellistico - Filateliche che Poste Italiane vuole realizzare sulla scia anche di quanto realizzato in altre Città per smentire che la nostra sia una città dormiente in questo settore.
Allo scambio di idee hanno anche partecipato, insieme al Presidente dell'A.S.M.M. Geom. Andrea Lanzafame, ed al Direttore della Filiale di Poste Italiane di Messina V.R. Corso Cavour Dott.sa Cubeta Grazia, il direttore dell'ufficio 18 strada San Giacomo Dott. Fucile Francesco assieme ad altri funzionari dei settori coinvolti nell'iniziativa.
Un aperitivo ha concluso l'incontro, che è stato aggiornato a breve per dare una realizzazione concreta alle idee che sono state enunciate e che dovrebbero, in un futuro prossimo, essere realizzate in occasioni sia di emissioni filateliche tematiche che di avvenimenti con delle belle iniziative che possono abbinare sia le molteplici attività oggi svolte da Poste Italiane che il modellismo in tutte le sue sfaccettature, spesso rilegato a ruoli sussidiari, ma che può assurgere a quello di comprimario ed attrarre giovani e meno giovani verso un passatempo costruttivo.
Alla fine della lunga discussione è stato affermato l'A.S.M.M. e Poste Italiane studieranno, anche, delle iniziative congiunte che potranno essere realizzate coinvolgendo altri settori produttivi ed artistici di Messina, per creare un rapporto proficuo ed interessante.
A cura di Franco Spadaro
Le relative immagini le trovate nella pagina FOTO

    





QUALCHE POESIA.


Scegliere tra le molte, e tutte belle, poesie siciliane è difficile. Abbiamo optato solo per alcune, per dare un esempio di un'arte che non ha nulla da invidiare a quella in lingua italiana e in nessun caso può dirsi di minore spessore lirico e di contenuti, ne espressione di poeti minori che hanno l'unica "colpa" di aver scelto di esprimersi nel loro dialetto, cosa che li ha penalizzati a livello di conoscenza e di successo nazionale, ma non ha, in nessun caso, scalfito la loro arte, la loro ricchezza di sentimenti e di amore.....

DIMMI, DIMMI, APUZZA NICA

di GIOVANNI MELI

Dimmi dimmi, apuzza nica:
unni vai cussì matinu?
nun c'è cima chi russica
di lu munti a nui vicinu;

trema ancora, ancora luci
la ruggiada ntra li prati:
d'una accura nun ti arruci
l'ali d'oro dilicati!

Li sciuriddi durmimigghiusi
ntra li virdi soi buttuni
stannu ancora stritti e chiusi
cu li testi e pinnulati

ma l'aluzza s'affatica
ma tu voli o fai caminu;
dimmi dimmi, apuzza nica:
unni vai cussi matinu?

Cerchi meli? E s'iddu è chissu,
chiudi l'ali e 'un ti straccari;
ti lu 'nzignu un locu fissu,
unni ai sempri chi sucari:
lu conusci lu miu amuri,
Nici mia di l'occhi beddi?

'Ntra ddi labbri c'è un sapuri,
'na ducizza chi mai speddi;
'ntra lu labbra culuritu
di lu caru amatu beni
c'è lu meli chili squisitu:
suca, sucalu, ca veni.

'Ssi capiddi e biundi trizzi
su' jardini di biddizzi,
cussí vaghi, cussi rari,
chi li pari nun ci su'.
Ma la vucca cu li fini
Soi dintuzzi alabastrini,
perdonati, è bedda chiù.

Nun lu negu, amati gigghia,
siti beddi a meravigghia;
siti beddi a signu tali
chi l'uguali nun ci su'.

Ma la vucca 'nzuccarata
quannu parra, quannu ciata,
gigghia beddi, gigghia amati,
perdonati, è bedda chiú.

Occhi, in vui fa pompa Amuri
di l'immensu so valuri,
vostri moti, vostri sguardi
ciammi e dardi d'iddu su'.

Ma la vucca quannu duci
s'apri, e modula la vuci,
occhi... Ah vui mi taliati!...
Pirdunati, 'un parru chiú.

Vola in aria 'na vucidda
cussi grata, cussì linna
chi lu cori già ni spinna
duci-duci si nni va.

L'amurini supra l'ali
l'equilibrano suspisa;
ora cala ed ora jisa,
ora immobili si sta.

D'ogni pettu e d'ogni cori
com'avissi già la chiavi,
duci, tenera e suavi,
l'apri e chiudi a gustu so.

Trasi dintra sinu all'alma,
la sulleva, l'accarizza,
cu 'na grazia, 'na ducizza,
chi spiegari nun si pò.

Quannu flebili e dulenti
duna corpu a li duluri,
l'arpa stissa di l'Amuri
nun é tenera accussí.

Quannu poi scappànnu vola,
quannu poi si ferma e trilla,
pari a nui chi l'aria brilla,
tuttu è allegru, tuttu è insí.

S'idda rumpi qualchi nota,
di li Grazii perusasa,
già lu stomacu nni scala,
nun si cinta aflattu chiú.

Quannu sempri sminuennu,
quasi manca,quasi mori,
dillu, Amuri, dillu tu!

Italiano

Dimmi, dimmi, piccola ape: dove vai cosí di buon mattino? Del monte a noi vicino non c'è vetta che rosseggi; trema ancora, ancora luccica la rugiada nei prati: stai attenta di non bagnarti le ali d'oro delicate! I fioretti sonnacchiosi nei loro verdi boccioli stanno ancora stretti e chiusi cori le teste a penzolone. Ma l'aluccia si affatica! Ma tu voli e fai cammino! Dimmi, dimmi, piccola ape, dove vai cosí di buon mattino? Cerchi miele? E se questo è [ciò che cerchi], chiudi le ali e non ti stancare; ti insegno un luogo fisso dove hai sempre di che succhiare: lo conosci il mio amore, Nice mia dagli occhi belli? Su quelle labbra c'è un sapore, una dolcezza che mai finisce; sul labbro colorito del caro amato bene c'è il miele piú squisito: succhia, succhialo, che viene. Codesti capelli e codeste bionde trecce sono giardini di bellezze, così vaghi, cosí rari, che uguali non ci sono. Ma la bocca coi suoi fini dentucci alabastrini, trecce d'oro che abbagliate, perdonate, è pii bella. Non lo nego, amate ciglia, siete belle a mera¬viglia; siete belle a tal segno che gli uguali non ci sono. Ma la bocca zuccherina, quando parla, quando fiata, ciglia belle, ciglie amate, perdonate, è pii bella. Occhi, nei quali Amore fa pompa del suo immenso valore, i vostri moti, i vostri sguardi, sono fiamme e dardi di lui. Ma la bocca, quando s'apre dolce, e modula la voce, occhi... Ah voi mi guardate! ... Perdonate, non parlo pii. Vola in aria una vocina cosi grata, cosí lieve, che il cuore già si strugge, dolce dolce se ne va. Gli amorini l'equilibrano sospesa sopra l'ali; ora scende ed ora sale, ora se ne sta immobile. Come avesse già le chiavi di ogni petto e di ogni cuore, dolce, tenera e soave, l'apre e chiude a suo piacere. Entra dentro fino all'anima, la solleva, l'accarezza, con una grazia, una dolcézza che non si può spiegare. Quando flebile e dolente manifesta i dolori, l'arpa stessa dell'Amore non è cosi tenera. Quando poi scappando vola, quando poi si ferma e trilla, pare a noi che l'aria brilli, tutto è allegro, tutto è brioso. Se ella rompe qualche nota, persuasa dalle Grazie, già lo stomaco si svuota,non si fiata pi affatto. Quando sempre venendo meno, quasi manca, quasi muore, si fa strage dei cuori, dillo, Amore, dillo tu!

MISSINA


Quannu lu terremutu fu a Missina
E subbissari Cristu la vulia,
Ogni città di munti e di marina
Ccu chianti a lu so chianti arrispunnia;
Cursiru avanti a la buntà divina
Sant'Aituzza e Santa Rusulia,
Dicennu a Diu, si livati Missina,
Orva resta Sicilia, amara mia.


LU MUNNU


Lu celu è altu, lu mari è profunnu,
Lu ventua tempu fa beni e fa dannu,
Lu suli sempri spunta jancu e vrunnu,
La luna vecchia e nova va girannu;
Ci su tutti elementi 'ntra stu munnu,
C'è foggi, ciuri e frutti annu pri annu;
Ma è comu 'na rota e vota tunnu,
Cui gaudi, e cui campa suspirannu.
                                di Carcò

LINGUA E DIALETTU


A un popolu
mittici i catini
spogghialu
attuppaci a vucca
ed è ancora libiru.

Livatici u travagghiu
u passaportu
u lettu unni dormiri
a tavula unni mancia
ed è ancora riccu.

Un pupulu,
diventa poviru e servu,
quannu ci arrobbanu a lingua
addutata di patri,
a perdi pi sempri.

Diventa poviru e servu,
quannu i paroli non figghianu paroli
e si mancianu tra d'iddi.
Mi nn'addugnu ora,
mentri accordu a chitarra du dialettu
ca perdi na corda lu jornu.

Mentri arripezzu
a tila cumuluta
chi tissèru i nostri avi
cu lana di pecuri siciliani.

E sugnu poviru:
haiu i dinari,
e non li pozzu spènniri;
i gioielli,
e non li pozzu rigalari:
u cantu,
nta gaggia
cu l'ali tagghiati.

Un puviru,
chi chianci e non cummovi;
chi giuisci e non è credutu.

Un poviru
c'addatta me minni strippi
da matri putativa,
chi u chiama figghiu.
Nuàtri l'avevamu a matri,
nni l'arrubbaru
aveva i minni a funtana di latti
e ci vippiru tutti,
ora ci sputanu.

Nni ristò a vuci d'idda,
a cadenza,
u mutivu stunatu;
a nota vascia
du sonu e du lamentu
chissi, non nni ponnu rubari.

Nni ristò a sumiglianza,
l'andatura,
i gesti,
u focu di l'occhi!
chissi, non nni ponnu rubari.

Non nni ponnu rubari,
ma ristamu poviri
e orfani u stissu.
di Ignazio Buttitta

ITALIANO

A un popolo
mettigli le catene
spoglialo
tappagli la bocca
ed è ancora libero

Levagli il lavoro
il passaporto
il letto dove dorme
la tavola dove mangia
ed è ancora ricco

Un popolo,
diventa povero e servo,
quando gli rubano la lingua
ereditata dai padri
e la perde per sempre.
Diventa povero e servo,
quando le parole non figliano parole
e si mangiano tra loro.
Me ne accorgo ora,
mentre, accodo la chitarra del
dialetto che perde una corda al giorno.

Mentre rappezzo
la tela tarlata
che hanno tessuto i nostri avi con lana
di pecore siciliane.

E sono povero:
ho i denari,
e non li posso spendere;
i gioielli,
e non li posso regalare;
il canto,
nella gabbia
con le ali tagliate.

Un povero
che piange e non commuove;
che gioisce e non è creduto.

Un povero
che si allatta alle mammelle aride
della madre putativa
che lo chiama figlio.

Noi altri l'avevamo la madre,
ce la rubarono;
aveva le mammelle come una fontana di latte
e ci bevvero tutti,
ora ci sputano.

Ci restò la voce di quella,
la cadenza,
il motivo stonato;
la nota bassa
del suono e del lamento:
questi non ce li possono rubare.

Ci restò la somiglianza,
l'andatura,
i gesti,
il fuoco degli occhi!
Questi, non ce li possono rubare.

Non ce li possono rubare,
ma restiamo poveri
e orfani lo stesso.


CH'E' BEDDU GARIBARDU....

Da G. Vettori "canti e poesie popolari"

Ch' è beddu Garibardu, ca mi pari
san Michiluzzo arcancilu daveru,
la Sicilia la vinni libbirari
e vinnicari a chiddi ca mureru;
quannu talìa, Gesù Cristu pari,
quannu cumanna Carlu Magnu veru.

E quannu Garibardu s'affacciava
cu dda cammina russo si vidìa,
la truppa lu pujutu si pigghiava,
di Garibardu si nn'attirruìa.
E quannu lu cumannu iddu dava
Tuccava trumma e prima si mittìa,
cu ddu cavaddu lu primu marciava,
`mmenzu li scuppittati cci ridia.

ITALIANO

Come è bello Garibaldi, che mi pare
davvero l'arcangelo san Michele.
E' venuto a liberare la Sicilia
a vendicare quelli che morirono;
quando parla sembra Gesù Cristo
Quando comanda (è) un vero Carlo Magno.

E quando Garibaldi s'affacciava
Con la camicia rossa lo si vedeva,
la truppa la fuga si pigliava,
di Garibaldi prendeva paura.
E quando lui dava il comando
Suonava la tromba e si metteva in testa,
col cavallo primo lui marciava,
in mezzo alle schioppettate ci rideva.

CHI SCUMPIGLIU CHI C'E'....

Da A. V. Savona "canti di emigranti"

Chi scumpigliu chi c'è `ni li paisi,
ntra li famigli, ntra tutti li casi:
li po' ca di l'Amrica si `ntisi
pi la partenza ognunu fa li basi.

Cu si pripara mutanni e cammisi
cu nn'avi grana si 'pigna li casi
Afflittu cu a famiglia s'allicenza
e poi pi l'America partenza.

ITALIANO

Che scompiglio c'è nei paesi,
nelle famiglie, in tutte le case:
dopo che dell'America si sentì (parlare)
per la partenza ognuno fa i suoi piani.

Chi si prepara mutande e camicie,
chi non ha i soldi s'impegna le case.
Chi si distacca afflitto dalla famiglia
e poi per l'America partenza.

     U Cuntu da Vecchia Trinacria.



16/01/2013



La Sicilia fu abitata, secondo le leggende, dai Ciclopi, almeno, così ci dice Omero nell'Odissea insieme al mito di Scilla e Cariddi e di Eolo, dio dei venti, ma i primi abitanti di cui si ha certezza sono i Sicani e con questi i Siculi e gli Elimi.
I primi crearono i primi centri urbani come Iccara vicino Carini (PA) per poi ritirarsi in luoghi più interni e sicuri, sempre della Sicilia occidentale. I Siculi invece si stanziarono nella Sicilia orientale, essi fondarono Pantalica vicino a Siracusa, mentre gli Elimi si insediarono nella zona nord occidentale dell'Isola tra Segesta ed Erice (TR).
I popoli della Sicilia vennero presto in conflitto, per motivi commerciali, tra di loro, ma dovettero fare fronte agli assalti dei Fenici, popolo di conquistatori, di navigatori e di predatori che crearono sulle coste siciliane dei porti importanti e delle basi strategiche come Cefalù, Palermo, Mozia, o importanti roccaforti come la ben fortificata Erice.
I Fenici si scontrarono con i Greci che, per ragioni economiche e demografiche, decisero di colonizzare la Sicilia e l'Italia meridionale nell'ottavo secolo avanti Cristo. La sconfitta dei Fenici dette la possibilità ai Greci di occupare la Sicilia, e creare nuovi centri come Naxos (Giardini), Selinunte, Leontini (Lentini),Catania, Siracusa, Akracas (Agrigento) e Messina che, per il suo porto naturale a forma di falce, fu chiamata Zankle.
I rapporti con le popolazioni locali, se all'inizio furono burrascosi, poi, col tempo, e di fronte alla civiltà greca ed all'intenzione di mettere solide radici nell'Isola, divennero sempre più amichevoli, sino alla completa fusione tra i nuovi colonizzatori ed i vecchi abitanti. Inizia un periodo di consolidamento dei commerci e di sviluppo di arti e mestieri oltre che dell'agricoltura che durerà sino al periodo Cartaginese, anche se gli scontri, tra città siciliane e le maggiori città Greche si susseguirono con regolarità. La classe dominante vessò le popolazioni con soprusi d'ogni genere ed i tiranni dominavano le varie città, spesso guerreggiando tra loro, o chiedendo l'intervento di potenze straniere che di volta in volta furono Atene, Sparta, Cartagine o il re dell'Epiro, al fine di primeggiare sulle città vicine. Ciò nonostante la vita, i commerci, e la cultura fiorivano, come testimoniato dalle opere risalenti a quel periodo esistenti in tutta l'isola.
Nel III° sec. a.c. Roma inizia la sua espansione nell'Italia meridionale e viene in contrasto con Pirro che temeva questa espansione e quella di Cartagine in Sicilia. Dopo il successo effimero contro Roma (da qui il detto "vittorie di Pirro") occupò la Sicilia dove ebbe forte resistenza da Messina, occupata dai Mamertini, militari di professione, ma, la sua occupazione dell'isola, finì nel momento in cui Roma intraprese la sua conquista per distruggere poi Cartagine.
Sconfitti i Cartaginesi nelle acque di Milazzo (260 a.c.) Roma occupò tutta l'isola che divenne così provincia romana ed "il granaio di Roma". Le vessazioni dei governatori Romani, portarono l'isola a chiedere giustizia al Senato Romano incaricando Marco Tullio Cicerone della difesa dell'isola contro Verre che impersonava il malcostume dei governatori dell'isola. La Sicilia divenne Colonia Romana, mentre alcune città divennero Municipia e seguirono tutte le vicissitudini della storia di Roma e le lotte per il potere che si susseguirono nel corso dei secoli.
In Sicilia i romani costruirono sontuose dimore, di cui ancora oggi ne restano tracce, e anche nuovi centri agricoli.
La Sicilia, come terra di transiti da e verso Roma, fu tra le prime ad ospitare gli Apostoli diretti a Roma e nelle città il cristianesimo si diffuse rapidamente, mentre nelle campagne, ciò, accadde più lentamente.
Con le invasioni barbariche e la nascita dell'Impero Romano d'Oriente inizia, anche per l'isola, un periodo di regresso, i suoi tentativi di rendersi indipendente portarono nell'isola i Mussulmani che sovrapposero la loro cultura, la lingua, l'architettura all'esistente. Solo l'arrivo dei Normanni, che sconfissero i Mussulmani e introdussero la loro arte, riportarono l'isola nel contesto delle lotte europee.
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A cura di Franco Spadaro

     A Nostra Parrata.



16/01/2013



Il DIALETTO
Con il termine "dialetto" (dal greco diàlektos "lingua parlata") si indica un particolare linguaggio, che ha un ambito geografico o culturale limitato in contrapposizione ad un altro sistema linguistico sopra regionale, accettato come lingua unitaria o nazionale.
In Italia, accanto alla lingua comune nazionale, con tutte le varianti regionali, coesistono non solo lingue diverse ma anche molti dialetti che sono stati, nel corso dei secoli, le vere lingue conosciute e parlate dagli abitanti della nostra penisola, lingue con lessico e regole proprie adeguate perfettamente alle esigenze di comunicare delle popolazioni.
La presenza dei vari dialetti è da ricondurre alla storia del nostro paese, alla sua lunghezza ed alle condizioni orografiche che rendevano spesso difficili le comunicazioni.
Bisogna subito precisare che i dialetti non hanno caratteristiche linguistiche che li differenziano dalle parlate considerate "lingue", anzi taluni di essi, come in Italia il dialetto veneziano, quello napoletano, il siciliano, non cedono alla lingua nazionale neppure per ricchezza dei vocaboli.
Dopo la caduta dell'impero Romano d'Occidente (476 d. c.), molte popolazioni di origine germanica o franca invasero la penisola e spesso oltre a saccheggiare si insediarono nel nostro paese apportando la loro cultura e la loro lingua.
Molte tracce di parole di origine germanica sono rimaste nella nostra lingua principalmente nel gergo militare, in nomi propri e in parti del corpo umano, ne sono esempio agguato, elmo, strale, dardo, guerra.
Ma nel nostro lessico sono molte le parole di origine araba specialmente nell'Italia meridionale ed in Sicilia, dove l'occupazione dei Mori durò dal dall'827 al 1091 e, quando subentrarono sia i Normanni che gli Svevi, l'influsso culturale degli arabi continuò per molto tempo tanto che Federico II di Svevia si circondò di studiosi e scienziati arabi.
Molti termini portati dai mori restarono sia nella matematica (cifra, zero, algebra) come nell'astrologia (zenit, azimut, almanacco) o in chimica (alchimia, alambicco, alcol) o ancora in agricoltura (albicocca, arancio, limone, melanzana, spinaci). Ancora altre parole sono rimaste nell'uso comune, in lingua italiana come: cotone, zucchero, zafferano, zerbino, nuca, azzurro, per non dire quelle dei termini in uso nell'agricoltura ed inglobate nel dialetto siciliano (saja, ammacera, gebbia).
Non sono mancati influssi anche dalle lingue iberiche (catalano, spagnolo, portoghese) dovute al dominio spagnolo nel regno Delle Due Sicilie e della Sardegna, che hanno molti ispanismi (brio, creanza, sfarzo, galanteria).
Dal dominio Normanno(XI° sec.) della Sicilia e dell'Italia Meridionale rimangono molte parole (pedaggio, messaggio, bandiera, foraggio, ostaggio, sergente, battaglione, lancia, artiglieria).
I dialetti, oggi, vanno progressivamente regredendo sotto la spinta della "lingua comune" ma il processo di livellamento dei dialetti, in favore della lingua nazionale, non avviene senza che questa assorba caratteristiche e particolarità dei dialetti. Nelle singole regioni, infatti, si parla non l'italiano, ma un italiano regionale che si colloca in posizione intermedia tra la lingua comune ed i dialetti.
Infatti, in ogni regione, si usa un particolare codice di lingua italiana in cui sono stati trasferiti ed inglobati parole, fonetica, costrutti propri del dialetto italianizzati.
Possiamo affermare poi che ogni dialetto ha ceduto delle parole che hanno formato la nostra lingua e ormai ognuno ritiene che siano parole italiane ad ogni effetto mentre ad un'analisi appena più approfondita mostrano tutta la loro origine, ad esempio gianduia e gianduiotto sono piemontesi; pizza, scamorze, mozzarelle, arrangiarsi, sfizio sono napoletani; pupo, pupazzo, tintarella, spaghettata, pignolo, sono romani; tarocco, cassata, intrallazzo, sono siciliani.
E' estremamente difficile segnare il limite nel quale un dialetto finisce e ne comincia un altro perché essi tendono ad intersecarsi tra loro ed a sovrapporsi, anzi questa distinzione è difficile anche tra la lingua nazionale ed alcuni dialetti ad essa assai vicina, come avviene per i dialetti toscano e romanesco nei confronti dell'italiano.
Ad esempio in Sicilia le consonanti r, d, g, raddoppiano sempre all'inizio delle parole, (la rrossa, a ggonna,).
Per quanto poi la morfologia e la sintassi nelle regioni del sud, la costruzione del complemento oggetto viene preceduta dalla preposizione a (cercano a te, cercano a mamma), o collocare il verbo alla fine della frase(bonu facisti, Montalbano sugnu).
Per quanto riguarda il lessico, poi, l'aggettivo troppo è usato con il significato di "molto", mentre assai è usato con il significato di" troppo" (costa assai, è troppo bello).
I dialetti del sud sono simili per origine e per modo di pronunciare, derivano tutti dal latino parlato e da essi poi si passò alla lingua Italiana.
Senza volere entrare nei dettagli possiamo affermare che la comune origine ha creato dei ceppi di dialetti che anche se con inflessioni e modi di pronunciare differenti in realtà conservano alla base sempre la loro comune origine e se dal parlato si passa allo scritto questa origine risalta molto meglio in quanto vengono meno le inflessioni proprie di ogni parlata locale.
Una legge storica, comune a tutti i linguaggi, fa sì che l'uso dei dialetti tenda a regredire più o meno rapidamente una volta che si affermi una lingua nazionale ed aumenta il grado di istruzione.
In Italia nel 1861, data dell'unità, su venticinque milioni di abitanti, poco più di mezzo milione parlavano l'italiano, e tutti gli altri il dialetto, mentre un secolo dopo, quasi la metà della popolazione parlava l'italiano ed un quarto non usava più il dialetto.
Va notato poi che il volere parlare in italiano, il non avere contatti con le generazioni passate, ha dato origine alla perdita d'identità, di tradizioni, e di conoscenza passato ed ha finito per appiattire le nuove generazioni che spesso sconoscono la bellezza di frasi ed espressioni che non possono essere rese in lingua italiana perché così tipiche che non esistono vocaboli che rendono il significato di espressioni locali antiche.
La riscoperta del dialetto, in uno alla storia locale, alle tradizioni, ai personaggi tipici, alla vita di ogni giorno, oggi scomparsa per la fretta e per i mezzi sempre più veloci, serve a mantenere quell'identità che, lungi dal dividere, come pensa qualcuno, unisce e genera quelle unioni date da comuni origini e da comuni sentimenti che sono state riscoperte solo con l'uso di un catalizzatore come il dialetto.
Vogliamo concludere riportando un'antica tradizione delle nostre terre: quando veniva battezzato un bimbo, era costume mandare in casa del festeggiato un cesto (u cannistru) pieno di doni inviati sia dal compare che dalla comare (u cumpari e a cummari) ma anche da parenti ed amici più cari. In questo canestro abbiamo raccolto modesti doni di casa nostra, della Sicilia, del nostro passato, per non dimenticare canti, usi, costumi, storie, che erano cari ai nostri nonni e che vanno a poco a poco cadendo nell'oblio. Il canestro sarebbe potuto riuscire più bello, più ricco, più variato, ma ... ogni ciuri è signu d'ammuri, e... ogn'unu saluta ca coppula ca javi.
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A cura di Franco Spadaro

     Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti DUE



22/12/2012



Dopo tanto, ritengo siano opportune quattro chiacchiere in "dialettu a conca" (al braciere), per ingannare le giornate corte e questo tempo di maestro (maestrale), spero sempre vi piacciano, questi muttetti, e possiate passare qualche minuto tranquillo.

Bona staciuni, Natali a lu suli e Pasqua a lu fucuni.
Buona estate (ci sarà se trascorso) Natale al sole e Pasqua con lo scaldino.

Di duminica è la Pasqua, d'ogni tempu lu Natali.
La Pasqua cade sempre di domenica, Natale in qualsiasi giorno.

Di Natali all'annu novu, quantu un passu d'omu.
Da Natale all'anno nuovo (le giornate si allungano) quanto un passo d'uomo.

Dopo Natali u friddu e a fami.
Dopo Natale, freddo e fame.

Pasqua e Natali falli unni voi, Carnaluvarifallu cu li toi.
Pasqua e Natale trascorrili dove vuoi, Carnevale passalo con i tuoi.

Di Santa Lucia (13/12) a Natali quantu 'n passu i cani.
Da Santa Lucia a Natale (le giornate si allungano) quanto un passo di cane.

Hai bon tempu, naviga.
Quando hai tempo buono, naviga.

La navi nun va mai senza timuni.
La nave non va mai senza timone.

Hai lu ventu 'n puppa, naviga.
Mentre hai il vento in poppa , naviga.

Cu è' a mari naviga, e cu' è a terra giudica.
Chi sta a mare naviga (affronta difficoltà) e chi sta a terra giudica (fa commenti).

Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti 'nto mari cu tanta paura.
Scirocco chiaro e tramontana scura vai per mare con tanta paura.

Cani chi havi fami, mancia cipuddi.
Cane affamato mangia cipolle. (cibo a lui estraneo).

Pi un pani si fannu centu migghia.
Per un pane si fanno cento miglia.

A nicissità gran cosi 'nsigna.
La necessità grandi cose insegna.

Mora lu me nnimicu, e mora puru cu ficu e passula
Muoia il mio nemico, e muoia pure con uva passa e fichi.( purché muoia).

Lu gnuranti è lu cchiu' nnimicu di l'autri
L'ignorante è il più nemico degli altri.

Niru cu niru non tingi.
Nero con nero non si macchia.

Terra niura, duna bonu pani.
Terra nera dà buon pane.

Tramontana o tri jorna o 'na simana
Tramontana o tre giorni o una settimana (durerà).

Ciata 'a tramontana, ciata cchiù di 'na simana.
Quando soffia la tramontana, soffia per più di una settimana.

Sciroccu a prima parti, tramontana, lassa sbattiri.
(Se c'è) scirocco, parti subito, (se c'è) tramontana, lasciala sfuriare.

Lu punenti valurusu, fa ritirari ‘ddu sciloccu vaddarusu .
Il ponente valoroso,(vento buono) fa ritirare lo scirocco pesante.

Dopu lu sciloccu, veni l’acqua.
Dopo lo scirocco, arriva la pioggia.

Picurinu: o Livanti, o Punenti o Sciloccu finu.
Cielo a pecorelle: o Levante, o Ponente, o Scirocco fino.

Lu sì t’attacca, lu no ti sciogghi.
Il si ti lega, il no ti scioglie.

Leggeteli in dialetto, rendono di più.
La traduzione in lingua c'è.
Franco Spadaro.

Viste, spesso amate e sognate, quasi mai possedute, talvolta solo guidate.
                                           Seconda serie



12/12/2012



Viste, spesso amate o sognate, quasi mai possedute, talvolta solo guidate.
Riprendiamo,dopo la prima serie di auto, e vediamo di descrivere altri modelli di auto italiane di ieri che hanno segnato la storia del Nostro Paese su quattro ruote. Non sono solo le prime belle, queste competono per essere più belle.

Una bella auto in forza alla Polizia e alla Finanza : GIULIETTA SPRINT
Annunciata troppo presto, attesa ma non pronta , si trovò una soluzione: fare realizzare da Bertone di Torino la Giulietta Sprint un coupé da 1290 cc con una velocità di 165km/h, trazione posteriore e fu presentata al Salone dell'Automobile di Torino del 1954 ed iniziò la produzione in piccola serie, che raggiunse i 177.000 esemplari sino al 1965, poi venne la berlina, un successo tracciato dalla sprint, la 1300 era su tutte le strade d'Italia, nacque nel 1955 una velocità di 135 km/h. poi arrivarono anche motorizzazioni maggiori.

Il 1960anno del Boom l’Italia apre agli elettrodomestici il frigorifero è in ogni casa, Papa Giovanni 23° apre il Concilio Vaticano II nel 1962 sapendo che non lo concluderà infatti muore l’anno successivo, vediamo il primo fil di OO7 , ed il film La Ciociara con Sofia Loren, e l'anno successivo Il Gattopardo di Luchino Visconti ed in TV Le Sorelle Kessler con il Dada Umpa, e per i più piccoli Topo Gigio.

Un auto nata presto, ma con grinta: LANCIA AURELIA
Nata nel 1950, una splendida auto una linea moderna, struttura portante, tanto confort e sotto il cofano un sei cilindri a V di 60° di 1750 cc stupefacente per la sua morbidezza, nel 1954 debutta l'Aurelia B24, sportiva e lussuosissima, era la logica evoluzione della berlina B10 che con una velocità di 135 km/h era stata presentata al salone di Torino del 1950. Si avvale della esperienza bellica della Lancia che aveva prodotto i veicoli militari RO e 3RO oltre che l’autoblinda leggera Lince. Pininfarina costruì con la stessa meccanica della B20 le famose Aurelia Spider e Aurelia convertibile.

Il cinquanta segna lo spartiacque tra la prima ricostruzione post bellica e l'inizio di del progresso che portarono al boom, in Francia una giovane attrice diventa star assoluta Brigitte Bardot. In Italia si va in due ruote con Vespa, Lambretta, Cucciolo e Galletto, si girano i primi film di Don Camillo e Peppone con Cervi e Fernandel, nel 1955 debutta la 600 al prezzo di 590.000lire e si proiettano film come Pane Amore e Fantasia con De Sica e la Lollobrigida. e nasce il transistor con le prime radio portatili.

Un auto robusta per tutti : FIAT 1100 -103
Viene presentata al salone di Ginevra del 1953 impressionando favorevolmente è un auto nuova per la Fiat è robusta , affidabile ed economica è un sogno per la classe media realizzabile ma a costo di sacrifici. Dopo un anno viene presentata la versione familiare, una station wagon nostrana utilizzabile, togliendo il sedile posteriore come un furgone economico. Viene prodotta sino al 1966.
Nelle versioni 103 A più economica e spartana, 103 B più comoda, con unico sedile anteriore a divanetto, tutte a trazione posteriore con motore da 1089 cc. con una velocità di 116km/h, la versione TV Turismo Veloce arrivava a 135 km/h. Seguirono diverse versioni con il potenziamento del motore, e venne prodotta su licenza in India dove è arrivata oltre gli anni 2000. Il cambio era allo sterzo, tranne per l’ultima versione la R.

Il matrimonio dell'anno 1953 è quello dell’allora senatore John Fitzgerald Kennedy e di Jacqueline Bouvier futuro presidente degli USA, Negli Stati Uniti viene lanciata la Segreteria Telefonica, nasce il cinemascope ideale per i colossal, le famiglie ascoltano la radio, e continua il successo di Nicolò Carosio per le radiocronache; Renato Rascel presenta la commedia Musicale Alvaro piuttosto corsaro dopo il successo dell'anno precedente Attanasio cavallo vanesio. Si scopre il petrolio vicino Ragusa.

Una utilitaria in grande, un auto che avrebbe fatto epoca: FIAT 508 BALILLA
Questa auto è frutto dell'idea di Giovanni Agnelli che decide di avviare la produzione in serie, già applicata da Henry Ford, viene presentata nel 1932 ha un motore di 995 cc una velocità di 80 km/h robusta e con un prezzo accessibile e una economicità d'esercizio è anche capiente elegante ed allo stesso tempo sobria, aveva come optional i paraurti e le ruote a raggi. Lo slogan della pubblicità era: "la vettura italiana per tutti gli italiani" nel 1933 esce la versione spider. L'auto precedente era al 509 con una meccanica piuttosto complicata che ebbe il nome di "Cinquecentonoie", pertanto la Balilla fu molto curata anche come affidabilità. Oltre la spider venne prodotta nel 1934 la torpedo e il furgoncino.

Siamo in pieno periodo di regime, si ha il viaggio inaugurale Genova --New York dei transatlantici Rex e Conte di Savoia, vanto della nostra industria navale, sul corriere dei piccoli vengono pubblicate le avventure di Sor Pampurio. Si hanno le prime imprese aviatorie di Italo Balbo, mentre si esibisce a Milano un giovane musicista Gorni Kramer, si inaugura a Roma il palazzo dell'EIAR l'Ente Italiano per l'Audizione Radiofonica che diverrà poi la RAI.

Bella, sportiva con stile e tecnica: LANCIA FULVIA COUPE’
La Fulvia può ben dirsi l'auto con "due anime" pacata e raffinata la berlina, audace e grintosa e dalle prerogative sportive il coupé. Avevano entrambe il nuovo motore a V stretto e inclinato su un lato di 45° e l'impostazione della vettura tutto avanti: motore e trazione. La berlina fu presentata nel 1963 con un motore da 1091cc, mentre bisognò attendere il 1965 per la nascita del coupé con un motore da 1216cc, e il 1967 per il debutto della Fulvia Coupé Rallye 1300 HF con un motore da 1298cc, 161km/h, un eccezionale aerodinamicità che la videro trionfare nei rallye.Vi furono poi diverse evoluzioni sia dei propulsori più potenti 1600 hf che delle modifiche marginali, ma la macchina era sempre quella nata da. Piero Castagnero, portata al trionfo poi, dalla squadra corse Lancia.

Siamo nel 1970 anno difficile, in Giappone si apre l'Expo di Osaka, viene inaugurata in Egitto la diga di Assuan con opere gigantesche per salvare monumenti millenari. Gianni Boncompagni e Renzo Arbore conducono alla Radio Alto Gradimento.

Cavallo di battaglia di tutte le forze dell'ordine: ALFA ROMEO GIULIA e GIULIA SUPER
Presentata nel giugno 1962 all'autodromo di Monza, fu un successo per l'unione di un design e di una tecnica d'avanguardia, prodotta dal 1962 al 1977in oltre 500.000 esemplari nelle due cilindrate 1290cc per la Giulia TI e 1570cc ed una velocità di 175 km/h per la Super, presentata a Ginevra nel 1965 avevano alle spalle anni di studi e prove e quella caratteristica coda tronca che, all'inizio fece storcere il naso a qualcuno, ma che divenne una prerogativa della Giulia, all'inizio con cambio allo sterzo poi a cloche di serie dal 1966 a 5 marce. Con la carrozzeria Bertone diviene Giulia SS (Sprint Speciale) per le competizioni e la versione GTA (Gran Turismo Alleggerita) trionfa nel campionato d'Europa del 1967. Anche lo spider 1300 Junior con velocità di 160 Km/h ebbe successo.

Il 1972si può dire l'anno del femminismo, e ancora crisi economica e per l'estate esplode il boom del gommone, è anno di olimpiadi e a Monaco avviene la strage di atleti israeliani, in Italia avviene la strage di Punta Raisi a Palermo per lo schianto di un DC8 Alitalia.Vengono scoperti i Bronzi di Riace. Internet acquista la chiocciolina come simbolo di invio a destinatario.

Un auto per il futuro che non tramonta mai : LAMBORGHINI MIURA e MIURA SV
Presentata al salone di Ginevra nel 1966 con carrozzeria Bertone e prodotta nell'anno seguente e restò in produzione sino al 1973, ne sono stati realizzati oltre settecento esemplari molti in circolazione altri ben conservati. Divenuta un mito grazie al motore 12 cilindri bialbero di 3929cc trazione posteriore, e con molte innovazioni per darle una supremazia grazie al costruttore Ferruccio Lamborghini in competizione con il grande Enzo Ferrari ambedue lanciati sempre per trovare il Top. Il nome è derivato dal proprietario di un famoso allevamento spagnolo di tori da corrida, l'auto fu sviluppata dallo staff aziendale fuori orario di lavoro. Una vettura con un propulsore perfetto bruciante nelle accelerazioni con una velocità massima di 300 km/h, dell'ultima versione, che è stata migliorata rispetto alle precedenti, sia nella lubrificazione che nella meccanica, la SV ne sono stati prodotti solo centocinquanta esemplari.

Il 1968 è l'anno della contestazione nelle Università e nelle scuole, esce il film 2001 Odissea nello spazio. Muore a San Giovanni Rotondo Padre Pio da Pietralcina. Viene inaugurata in Tv una rubrica il Tempo in Italia dedicata alle previsioni Meteo condotta dal Colonnello Bernacca. Un violento terremoto scuote il Belice in Sicilia con danni che si porteranno per diversi decenni sin oltre il 2000.

Uno spider che ha fatto sognare gli italiani : ALFA ROMEO 1600 SPIDER DUETTO
Conosciuta ufficiosamente come Duetto l'Alfa Romeo 1600 spider è una creazione Pininfarina che ufficialmente risale al 1966 in occasione del Salone di Ginevra, questa splendida auto era equipaggiata con un motore da 1570cc, una velocità di 185 km/h , trazione posteriore, la sua linea filante ebbe un grande successo sia in Italia che all'Estero specialmente negli USA e fu costruita per oltre un ventennio. Il nome non piacque alla dirigenza Alfa e non lo adottarono ufficialmente mentre le maestranze la chiamavano "osso di seppia" per distinguerla dalle successive serie a coda tronca. Nel 1970 apparve la 1750 spider veloce con un nuovo disegno della carrozzeria ed una coda tronca per aumentare l'aerodinamicità , intanto nel 1966 per il lancio in America fu organizzata una crociera con il Transatlantico Raffaello che portò tre duetto con caratteristiche per potere circolare in America accolte benissimo dalla stampa USA. Nuovo restilyng dopo il 1984 con la spider1,6 e 2.0 le auto furono realizzate con il massimo possibile di parti in comune al fine di risparmiare e contenere i costi. Nel 1990 finì la produzione.

Il 1966 fu un anno in cui l'Italia si godeva gli ultimi spiccioli del Boom economico. Viene introdotta per la prima volta l'ora legale, la Fiat stipula un accordo con l'Unione Sovietica per realizzare una fabbrica di automobili, si affermano i film canzonetta fatti da noti cantanti con storie leggere e canzoni di successo.
A cura di Franco Spadaro
Le relative immagini in FOTO.

Viste, spesso amate e sognate, quasi mai possedute, talvolta solo guidate.



22/10/2012



Con queste poche righe vogliamo presentare dei modelli di auto, senza volere ne fare una storia dell'automobile, ne avere la pretesa di presentarle tutte, senza un ordine cronologico, ma soltanto dando dei piccoli colpi di memoria in una carrellata di modelli di ieri per una collezione di oggi.
Non mi considero un esperto di automobili, ma come collezionista mi piace vedere dei modelli di ieri, vederne la linea e l’evoluzione nel tempo, spolverare qualche ricordo.
Vi voglio rendere partecipi di questa carrellata per mostrarvi alcuni pezzi con qualche divagazione.

Cominciamo con una Bellezza di altri tempi: "LANCIA FLAVIA COUPE’"
Presentata nel 1961, un anno dopo della berlina, con la mano nella linea di Pininfarina era il classico 2+2 comodo con cambio sul pavimento, a differenza della berlina, ed un volante a tre razze con corona in legno, elegante, robusta, veloce, con motore 1500cc ed una velocità di 170 km/h, trazione anteriore, abitacolo ed interni molto curati. Nelle versioni successive si ha motore di 1800cc, interni in pelle, anche la carrozzeria Zagato, ed il modello convertibile carrozzato da Vignale
Esce in un periodo ancora bello, gli italiani ascoltano il Quartetto Cetra, in Tv c'e Gino Cervi che impersona il commissario Maigret, e le canzoni di Paul Anka e film come My Fair Lady. O Matrimonio All'Italiana con Sofia Loren. Anche se siamo alla fine del boom economico.

Un cavallo di Battaglia: "FIAT 124 BERLINA"
Presentata nel 1966 una comoda berlina quattro porte con ampio bagagliaio e cinque posti, con un motore di 1197cc. ed una velocità di 140km/h era dotata di tutti i dispositivi di sicurezza esistenti all’epoca. Furono realizzate sia la versione station wagon che, a cura di Pininfarina lo spider (sport-spider) Nacque anche la versione per la Russia, con sospensioni rinforzate (Zhiguli), e dopo anche la Coupé nell’anno successivo. Nel 1970 viene presentata la Special T poco più potente.
Siamo negli anni della sfida per lo spazio e nel 1969abbiamo lo sbarco sulla luna del comandante Neil Amstrong con l'Apollo 11, mentre in Italia nasce il programma radio di Renzo Arbore chiamate Roma 3131.

Fu in dotazione anche alla Polizia :"GIULIETTA 1.6"
Presentata nel novembre 1977 a Taormina, insieme alla gemella 1.3 veniva designata come NUOVA per unirla con la prima montava un motore a quattro cilindri da 1570cc.e con una velocità di 174km/h mentre la 1.3 aveva un motore da 1357cc. Ed una velocità 166km/h.. Aveva una carrozzeria solida e durevole, era dotata di cinture di sicurezza, un abitacolo ampio e confortevole, una buona visibilità, ed una buona economicità di esercizio. Nacque pure la sportiva Giulietta Turbodelta 2.0 prodotta dal 1983 con una velocità di oltre 200 km/h.
E’ un periodo in cui, data una certa instabilità, rifiorisce l'astrologia, si cerca di saper il proprio futuro con i segni zodiacali e le carte. Nel 1974 un anno di riduzione dei consumi energetici spinge a parlare di economia dei consumi, esce il fil La febbre del sabato Sera con Travolta e nasce la moda degli orologi a Quarzo che vengono dal Giappone via USA.

Un successo per il Tridente: "MASERATI COUPE CAMBIOCORSA"
Presentata nel 2002 era equipaggiata da un motore 8 cilindri a V di 90°con una cilindrata di 4244cc. con una velocità massima di 285 km/h. Quattro comodi posti con la caratteristica di essere in grado di raggiungere i 100km/h con partenza da ferma in 4,9 secondi,caratterizzata dalla presenza di un comando del cambio montato sul volante chiamato "Cambiocorsa" che consentiva di selezionare in modo manuale marce mediante un asservimento idraulico gestito elettronicamente. La linea derivava dall'estetica italdesign - Giugiaro essendo ai vertici delle Granturismo. Una centralina elettronica sceglieva la migliore marcia da inserire dopo un confronto su dei sensori, l'abitacolo dava il massimo del confort con sedili avvolgenti in pelle. Venne realizzato nel 2004 anche il coupé
Anni particolari entra in circolazione l'EURO che oggi tutti sopportiamo, un monomotore si infrange sul Grattacielo Pirelli è solo un incidente o un suicidio, e viene commercializzato il telefonino che fa le foto ormai una prestazione scontata.

Un successo tecnologico, non commerciale: "ALFASUD TI"
La versione Berlina 1.2 quattro porte fu presentata nel 1971 ma fu in consegna ai concessionari nel giugno dell'anno successivo, eliminando problemi aerodinamici. Nel 1973 appare la versione TI con prestazioni migliori rispetto alla berlina aveva maggiore potenza e montava due spoiler molto efficaci. Costruito nello stabilimento di Pomigliano D'Arco vicino Napoli per costruire questa vettura disegnata da Giugiaro per entrare nel segmento delle medio piccole. L'auto con una cilindrata di 1168cc. con motore a Boxer aveva un propulsore maggiore di 1490cc. da montare sia sulla berlina che sul TI, un abitacolo molto ampio e comodo,e ottimo assetto la lanciarono sul mercato. La TI, detta poi Quadrifoglio Verde, aveva prestazioni potenziate e una strumentazione da auto sportiva, venne curata la sicurezza del guidatore e dei passeggeri.
L'Italia risente della crisi petrolifera e in televisione Mike Bongiorno porta alla ribalta Rischiatutto con la valletta Sabina Ciuffini, e a causa della crisi il Natale è povero, viene lanciata la moda dell'usato e nascono i mercatini di cose usate.

Una auto di grinta, giovane, per il divertimento: "FIAT RITMO CABRIO BERTONE S 85"
Nel salone dell'auto di Francoforte 1979 la Fiat presentò una Ritmo realizzata in collaborazione con la Bertone la Ritmo Cabrio Bertone S. 85, sulla base della Fiat Ritmo Super 85 questa auto aveva un motore da 1498cc. con una velocità di 163km/h. Commercializzata dalla Bertone aveva una capote realizzata appositamente in modo molto accurato. Venne riprogettato il pianale lasciando meccanica, pesi, motore della Ritmo 85 migliorando gli interni, i sedili ribaltabili quelli anteriori per facilitare l’ingresso e quelli posteriori per aumentare le capacità di carico. La Ritmo Fiat era stata presentata nel 78 al salone di Torino. Bertone realizzò una seconda serie della Fiat cabrio denominata Palinuro e caratterizzata da due colori, mentre la serie Leader realizzata nel 1986 fu prodotta in soli 250 esemplari.
Il 13-maggio -1981 il mondo è scosso per l'attentato al Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro è l'inizio di una vita da Santo. Nello stesso anno si ha una svolta: nasce il primo personal computer della IBM con processore 8088 è ancora rudimentale ma. è l'inizio della specie.

Un auto di rappresentanza per lunghi percorsi: "LANCIA TEMA 2.0 I.E. TURBO 16V"
Presentata nel 1988 al salone di Parigi come seconda serie di un modello di successo, con motore ridisegnato e una cilindrata di 1995 cc. con una velocità di 225km/h in gran confort dotata di iniezione elettronica, con una accelerazione da o a 100 in soli 7 secondi. Poche le modifiche esterne solo al frontale, gli interni migliorati. La Tema fu prodotta anche in Versione Station Wagon e carrozzata da Pininfarina, in una versione costruita in Francia, Limousine più lunga di trenta centimetri, ed una turbodiesel 2245 cc. Venne realizzata nel 1992 una terza serie con modifiche ai colori agli interni ed al frontale e l'introduzione degli airbag e di una centralina elettronica che regolava diverse funzioni.
Nell'84 nasce e si diffonde il primo P.C. accessibile, in quanto l'IBM è alto di prezzo, è il Commodore 64 che possiede rispetto agli altri computer una maggiore memoria, la Russia incomincia ad avvicinarsi alla fine della dittatura, ed è l’anno della Piovra poi replicata in serie.

Un auto a cavallo della Seconda Guerra Mondiale: "FIAT 500 DETTA TOPOLINO"
Prodotta dalla Fiat dal 1936 al 1955 soprannominata dagli Italiani Topolino era una utilitaria robusta,a basso costo e dai consumi ridotti il tipo A costruita sino al 1948 e poi il B e nel 1949 la C un motore di 569 cc. con una velocità massima di 85 km/h la A e 95km/h la B, e la C. Prodotta in 122000 esemplari nel 1936 e seguenti la versione A; 21.000 nel 1948 la B e la Giardinetta (giardiniera) e dal 1949 al 1955 la C belvedere (1951) in oltre 370.000 esemplari.La trazione era posteriore.
Cederà il posto alla Fiat 600 che la supera per giovinezza. Durante la guerra fu militarizzata ed usata dalle forze armate.

In questi anni assistiamo al duello ciclistico Bartali Coppi su tutte le strade ed i Tour, nasce il giradischi a valigia. La Topolino non è nera ma di 10 colori, i film Ladri di Biciclette, Sciuscià; Paisà; Roma città Aperta, solo per citarne alcuni.
A cura di Franco Spadaro
Le relative immagini in FOTO.

Porti turistici Siciliani



06/10/2012



La Sicilia ed il suo mare, alcuni porti turistici

Chi per diletto o per piacere di sapere vuole farsi un giro di questa Trinacria ed osservarla anche un poco da lontano "da quelle piccole gocce di Sudore degli Dei mitologici" che dettero vita alle isole che la circondano come le Eolie, le Egadi, Pantelleria ecc. o dove stanchi, andavano a villeggiare queste divinità umanizzate, può divertirsi a guardare come nel tempo si sono trasformati i porti e gli attracchi turistici e queste cittadine, e sono sorti una miriade di altri porti turistici per una navigazione sicura di chi va per mare per diporto.
La Sicilia negli anni, seppur lentamente si è trasformata, ma rivedere questi porti con le annotazioni degli anni 70 è un voler diventare giovani ed avere punti di raffronto con oggi e per potere ambientare modelli in luoghi e tempi ben precisi.
Quelli che mancano nella rassegna dei porti turistici siciliani, non sono stati esclusi ne perché meno importanti o meno belli, ma solo per questione di spazio, se sarà necessario o sarà richiesto, in un futuro, questa pagina di piante potrà essere arricchita sia di ulteriori porti che di eventuali immagini.
Oggi sia con barche in vetroresina o in legno, si possono effettuare escursioni, mentre le dotazioni figlie dell'elettronica, sono aggiornate giornalmente, e ti dicono tutto ciò che ti serve, ma il fascino di una mappa resta per gli intenditori sempre un qualcosa che si scopre lentamente e ti dice molto.
Chi va per mare, o è un appassionato, ritengo che si diverta a leggere cose di mare, notizie e riferimenti, a queste persone, in particolare, vuole essere dedicata questa scelta di immagini che si presenta come al solito in foto, e vuole essere vista e letta con occhio da intenditore.
Quando un diportista che ama il mare incontra un pescatore, un vecchio lupo di mare, si diletta a farsi dire cose di ieri e segreti dei nostri mari, fatti di ieri, modi di dire, esperienze ed avvertimenti che se non narrati finiscono con gli uomini di ieri bruciati dal sole e dalla salsedine che portano con se quello che gli tramandarono i loro padri.
Buon divertimento
A cura di Franco Spadaro
Le mappe in foto.
Indovinelli e Miniminagghi Quarta serie


A settembre una deve arrivare, come la pioggia la si attende e poi:-Tanto tuonò che piovve.
Speriamo sempre che vi piacciano, servono per passare cinque minuti a pensare, e a sapere come si divertivano i nostri avi, una curiosità i nostri miniminagghi sono molto simili a quelli toscani o di altre regioni, questo per dire che cambia il dialetto ma non i principi.

Passiamo ai nuovi, è la quarta serie, se non vi và prendete un digestivo.


1- 4 Quannu passa iddu, T'ha luvari 'u cappeddu.
Quando passa lui, Ti devi togliere il cappello.

2- 4 Sugnu riduttu ccu la peddi e l'ossa; Staju appujatu a un debuli vastuni;
E 'nto nvernu mi stitunu l'ossa, 'nta stati mi mentunu a la gnuni.
Sono ridotto con la pelle e le ossa; Sto appoggiato ad un debole bastone;
Nell'inverno mi stirano le ossa, Nell'estate mi mettono in un angolo.

3- 4 Haju un scavuzzu poviru ed amaru, Non avi paura nè senti paura;
Ardi la forgia so' senza cravuni; Batti la 'ncunia so', nun è firraru.
Ho uno schiavetto povero ed amaro; Non ha paura né sente paura;
La sua fucina arde senza carbone; Batte il suo incudine, e non è fabbro-ferraio.

4- 4 Cavaddu 'i caddu, chi munta a cavaddu;
Azzaru e cristallu, chi munta a cavaddu.
Cavallo di Callo, Che monta a cavallo;
Acciaio e cristallo, Che monta a cavallo.

5- 4 Du' lucenti, du' pungenti, Quattru zocculi e 'na scupa.
Due lucenti,due pungenti, Quattro zoccoli ed una scopa.

6- 4 Me maritu vinni i Missina, Mi purtau na cosa fina;
All'omini cci si mmustra, E fimmini si cci 'nfila.
Mio marito è venuto da Messina, Mi ha portato una cosa fine,
Agli uomini si mostra, alle donne ci si infila.

7- 4 Bellu a vidiri, Caru a 'ccattari; Jnchilu 'i carni, E lassulu stari
Bello da vedere, Caro da comprare, Riempilo di carne e lascialo stare.

8- 4 Haju 'n mazzu di spichetti, N'hannu donni e n'hannu schetti;
Su' trimila culuri, 'Nniminatila, su' Dutturi.
Ho un mazzo di spighette, Ne hanno donne e ne hanno ragazze
Son tremila colori, Indovinate signor dottore.

9- 4 Cu na cammisedda vestu a cincu. Con una Camicetta ne vesto cinque.

10- 4 Vi lu dicu e vi lu provu: 'Ntra li donni iu mi trovu.
Ve lo dico e ve lo provo: tra le donne io mi trovo.

EccoVi puntuali le risposte grazie di averci seguito.

        Soluzioni: 1-3 Il Pettine; 2-3 L'Ombrello; 3-3 L'Orologio; 4-3 L'Occhiale; 5-3 ;Il Bue;
                       6-3 L'Anello; 7-3 L'Anello; 8-3 Gli Orecchini; 9-3 Il Guanto; 10-3 Il Velo.

      A cura di Franco Spadaro
Indovinelli e Miniminagghi Terza serie


Miniminagghi 'navi ancora, pu' lu vecchiu e pu' picciottu, scialativi!!!
Indovinelli ve ne sono altri per l'anziano ed il giovane, divertitevi!!!
Mi auguro che gli indovinelli piacciono, servono per passare il tempo e per insegnare qualcosa.
Come si ragionava una volta innanzi "a conca" il braciere, quando c'era "a frabbrica du Ghiacciu" o prima, in estate, quando si consumava la neve dei monti, conservata compressa, e portata "cu carrettu."
Oggi abbiamo l'aria "confezionata" e "i bippiti du frigiterre." E guai se non è tutto ghiacciatu, muremu!!!!

Eccovi altri dieci miniminagghi:
1-3 Cch'è superba sta tigniusa, Comu idda nun ci nnè. Havi 'n vintagghiu spavintusu, Ca nun ci ll'havi mancu u re.
Com'è superba questa donnaccia, Come lei non ce n'è. Ha un ventaglio spaventoso che non ce l'ha nemmeno un re

2-3 Nun è re e havi a cruna, nun è camperi e havi i spiruna, Nun è saristanu e sona a matina.
Non è re ed ha la corona, non è campiere e ha gli speroni. Non è sacrestano e suona la mattina

3-3 Davanti puntaloru, Darreri scuparina, Di sutta cuttuni, Di supra cravuni.
Davanti punteruolo, Di dietro cerfuglione, Di sotto cotone, Di sopra carbone.

4-3 'Nta l'acqua nasci, 'Nta l'acqua pasci, Vidennu l'acqua Iddu sparisci.
In mezzo all'acqua nasce, in mezzo all'acqua pasce, vedendo l'acqua esso sparisce.

5-3 Havi pedi e 'un havi pedi; Havi jammi e 'un havi jammi; Havi testa e 'un havi testa; Porta ma vol esseri portatu.
Ha piedi e non ha piedi; Ha gambe e non ha gambe; Ha testa e non ha testa; Porta ma vuole essere portato.

6-3 Haju 'na cosa ca a lu sirenu sta; Veni l'amanti tuttu abbrucianti; Cci duna un Vasuni e poi si nni va.
Ho una cosa che sta al sereno; Viene l'amante tutto bruciante; Le da un bacione e de ne va,

7-3 Scinni ridennu E chiana chiancennu.
Scende ridendo E sale piangendo

8-3 Supra 'na muntagna C'è 'n cappeddu cu 'na jamma.
Sopra una montagna C'è un cappello con una gamba

9-3 Bedda signura di l'autu palazzu, Bianca sugnu e niura mi fazzu, Caru 'n terra e nenti mi fazzu.
Bella signora dell'alto palazzo, Bianca sono e nera divento, cado a terra e non mi faccio niente.

10-3 Havi lu fiascu e vinu nun è, Havi li corna e voi nun è, Pitta li mura e pitturi nun è.
Ha il fiasco e vino non è, ha le corna e bue non è, Dipinge i muri e pittore non è.

Buon divertimento e ricordatevi di leggerli sempre in siciliano. Ecco le risposte
        Soluzioni: 1-3 Il Pavone; 2-3 Il Gallo; 3-3 La Gazza 4-3 Il sale 5-3 L'Otre
                       6-3 La Brocca (a quattara) 7-3 Il secchio (u bagghiolu)
                       8-3 Il Fungo (u funciu) 9-3 L'oliva (alivu) 10-3 La lumaca (u bualaci).
      A cura di Franco Spadaro

Indovinelli e Miniminagghi Seconda serie


Sperando che il primo gruppo sia stato di vostro gradimento, facendovi pensare, e che abbia contribuito, per molti, a tornare indietro nel tempo, quando da giovani, sentivamo raccontare dai nostri nonni questi o altri indovinelli, speriamo che questa seconda serie Vi faccia piacere.
Per coloro cui non piacciono, può essere piacevole leggere il siciliano, se non riuscite a risolverli dovete attendere, come al solito dieci giorni, avrete le risposte.
Inoltre se l'argomento non è grato del tutto, potete segnalarlo noi tenteremo di cambiare genere, siamo disposti a trattare altri argomenti, come a inserire, in galleria, altre immagini "SEGNALATELO". Il consiglio resta sempre lo stesso divertitevi a leggerli chi riesce in Siciliano.

1-2 Jancu cavaddu, russu cavaleri, E cincu chi lu portanu a sippilliri.
      Bianco cavallo, rosso cavaliere, e cinque che lo portano al cimitero.

2-2 Nun è aranciae havi 'i spicchia, Non è monacue havi 'a varva, Non è fimmina e havi 'i trizzi.
      Non è arancia ed ha gli spicchi, non è monaco ed ha la barba, non è donna ed ha le trecce.

3-2 E' tunnu e nun è munnu, E'russu e nun è focu, E' acqua e nun è funtana,E' virdi e nun è erba.
      E' tondo e non è mondo, è rosso e non è fuoco, è acqua e non è fontana,è verde e non è erba.

4-2 Lassimi stari, Nun mi tuccari, Lassami spugghiari, Ca ti fazzu arricriari.
      Lasciami stare, non mi toccare, lasciami spogliare, che ti faccio godere.

5-2 O' jornu maritati, e a notti schetti.
      Il giorno maritati e la notte nubili.

6-2 Si sugnu laria chi nn'haiu a fari! Haju li modi e mi fazzu amari.
      Se sono brutta non mi importa! Ho buone maniere e mi faccio amare.

7-2 Tuttu d'intra e 'a testa i fora.
      Tutto dentro e la testa di fuori.

8-2 Haiu du' soru nati 'nto stissu jornu, Ccu cordi e ccu catinisu' attaccati, E alla turtura su condannati,       Ppi diri sempri 'a virità
      Ho due sorelle nate lo stesso giorno, Con corde e con catene sono legate,
       Ed alla tortura sono condannate, Per dire sempre la verità.

9-2 Non si mangia né si vivi, E lu tegnu ni la vucca.
      Non si mangia, né si beve, e lo tengo in bocca.

10-2 'A pigghiu ppa cura, E a portu a Signura.
      La prendo per la coda, e la porto alla signora.

Ecco le risposte
        Soluzioni: 1-2 Il bicchiere; 2-2 l'aglio; 3-2L'anguria 4-2 Il figodindia 5-2 I bottoni
                       6-2 La grattugia 7-2 Il chiodo 8-2 La bilancia 9-2 Lo stuzzicadenti 10-2 La padella.       A cura di Franco Spadaro

Indovinelli e Miniminagghi Prima serie


        Un passatempo semplice e lineare, che impone di usare la mente e di mettere insieme elementi come tasselli di un giuoco, che i nostri anziani usavano o indicavano ai giovani per ragionare e sapere, con dei modi di dire spesso usuali, ecco i Miniminagghi .
     Vi proponiamo qualche indovinello, dopo i proverbi, per divertimento, in siciliano e con la riscrittura in italiano, provate a risolverli.
        Fra una decina di giorni, per i più pigri, o per misurarvi, vi proporremo le soluzioni, il tempo per risolverli ve lo diamo tutto… Buon divertimento e leggete sempre il Siciliano, l'Italiano tenetelo di scorta, non è volgare conoscere il siciliano, fa riscoprire le nostre tradizioni.

1-1 Non su' cunigghia e a pennula vannu, Masculi e fimmini e figghi nun ni fannu.
       Non sono conigli ed appesi stanno, Maschi e femmine ma figli non ne fanno.

2-1 Virdi 'n campagna, Niuru a putia, Russu n'cucina.
      Verde in campana, Nero al negozio, Rosso in cucina.

3-1 Lu viju, lu toccu, E 'un 'u pozzu pigghiari.
      Lo vedo, lo tocco, E non lo posso prendere.

4-1 Qual è l'occhiu chi riri?
      Qual è l'occhio che ride?

5-1 Quannu nesci e quannu torna, A za' Cicca mi fa 'i corna.
      Quando esce e quando torna , La zia Francesca mi fa le corna.

6-1 Fa dannu, Jetta vuci, e nun si viri.
      Fa danno, urla, e non si vede.

7-1 I luntanu a viiu, E i vicinu no
      Da lontano la vedo, da vicino no.

8-1 Iu l'amai chidda signura; Cu' la vidi si 'nnamura. Quannu'è tempu di piuggella Nesci cchiù pumpusa e bella.
     Io l'amai quella signora. Chi la vede si innamora,Quando è tempo di pioggerella, Esce più pomposa e bella.

9-1 Duna accura a caminari! Firrazzeddu è supra u mari: Nun avi denti né scagghiuna, Duna forti muzzicuna
       Stai attento nel camminare! Ferrazzello è sul mare, Non ha denti ne molari, da forti morsi.

10-1 Li ràdichi di ferru, Lu zuccu di lignu, 'i rami di carni.
      Le radici di ferrò, Il tronco di legno, I rami di carne.

        Soluzioni: 1-1 Le chiavi; 2-1 Il carbone; 3-1 Raggio di sole 4-1 Il sole 5-1 La luna
                       6-1 Il vento 7-1 La nebia 8-1 L'arcobaleno 9-1 Il lampo 10-1 La zappa.         A cura di Franco Spadaro
Proverbi Siciliani Mutti e Muttetti


        I Proverbi sono la saggezza di un popolo e le sue tradizioni che si tramandano: -ieri di padre in figlio, oggi in raccolte, spesso fredde ed ignorate, come cose del passato quali sono i detti popolari ed i costumi, di una terra come la Sicilia che vanta radici millenarie.
Poi dicono che non si ha un passato! Meglio dire che si rifiuta la cultura del passato per restare nella mediocrità, nel gregge, infatti non si usa più nell'impostare l'indirizzo di una lettera la parola Egregio Sig. ( ex gregge il Sig.)( ammesso che sia rimasta una corrispondenza epistolare privata).
Questa è solo una limitatissima scelta di mutti e muttetti per indicare quella retta via, che spesso è smarrita dall'ignoranza e da una presunta mania di grandezza. Ogni proverbio va letto e bisogna soffermarsi un attimo, dice tante cose, a chi sa leggere ciò che è stato scritto dai nostri avi.
Per comodità c'è la versione italiana, ma bisogna leggere il siciliano per non dimenticarlo.

Mala lingua, feli aspetta.
Mala lingua fiele aspetta.

Nun fari mali a cu' t'aspetti peju.
Non fare male a chi te ne aspetti peggio

. 'U picca m'abbasta e 'u assai m'assuverchia.
Il poco mi basta e il troppo trabocca.

I firramenti fannu lu mastru.
Gli attrezzi fanno il mastro.

Nun prumettiri voti a' Santi e cuddureddi a' picciriddi.
Non promettere voti ai Santi e dolci ai bambini.

Bannera vecchia, onura capitanu.
Bandiera vecchia, onor di capitano.

A cocciu a cocciu sperdi nu bastimentu i passuli.
A chicco a chicco si esaurisce un piroscafo (carico) di uva passa.

Barca chi addimura, torna carrica.
Barca che ritarda, torna carica.

'U Signuri, manna viscotta a cu' nun havi denti.
Il signore, manda biscotti a chi non ha denti.

Cu' sparra, si fa la vucca amara.
Chi sparla, si fa la bocca amara.

Cu' s'avanta cu la sòvucca o è asinu o è cucca.
Chi si vanta con la propria bocca, o è asino o s'imbroda.

Vucca amara, sputa feli
Bocca amara, sputa fiele( parla male)

La quartara cu li petri nun po' truzzari
La brocca non può urtare con la pietra.

L'omini s'attaccanu pi la lingua e li voi pi li corna.
Gli uomini si legano per la lingua (la parola data) ei buoi per le corna.

Cosi di scuru, cosi di culo.
Cose fatte al buio, cose di culo(fatte male)

Consi metticcinni 'na visazza, falla comu voi, sempri è cucuzza.
Intingoli mettine fin che puoi, cucinala come vuoi, sempre è zucca!

'A granita costa 'n carrinu; acqua pri acqua, è mugghi lu vinu.
La granita costa un carlino; acqua per acqua è migliore il vino.

Nun è babbu carnalivari, ma chiddu chi cci va appressu.
Non è stupido Carnevale, ma chi gli corre dietro.

Cu' scerri cerca,scerri trova.
Chi beghe cerca, beghe trova.

Persi li mula e ora cercali capistri.
Ha perso la mula ed ora cerca la cavezza.

Chiacchiri e e tabacchiere i lignu, 'o munti nun n'impigni.
Chiacchiere e tabacchiere di legno, al monte ( di pietà) non si impegnano.

Latti di crapa,ricotta di pecura e tumazzu di vacca.
Latte di capra, ricotta di pecora e formaggio di vacca ( sono buoni)

Cu' unta vara
Chi unge vara ( la barca)

Cu' arma, ad autru sconza.
Chi intraprende, ad altri da fastidio.

Bonu pilotu a la timpesta pari.
Il buon pilota si vede nella tempesta.

Comu mi canti ti sonu.
Come a me tu canti, io ti suono.

Cu' arrobba fa un piccatu, nni fa centu cu'è arrubbatu.
Chi ruba fa un peccato, ne fa cento chi è rubato.

L'omu tantu è omu finu a chi manteni a parola
L'uomo è uomo fino a tanto che mantiene la parola.

Lu beddu di lu jocu, è fari fatti e parrari pocu.
Il bello del giuoco è fare fatti e parlare poco.

Megghiu si 'nsigna cu lu fari chi cu lu diri.
Meglio si insegna con il fare che con il dire.

Unni cc'è radicata la malizia, allignari 'un ci po' mai l'amicizia.
Dove ha messo radici la malizia mai può esistere l'amicizia.

Cci dissi a la padedda la gradigghia: iu pisci grossi vogghiu, no fragagaghia
Le disse a la padella la graticola, io pesci grossi voglio non fragaglia.

Carni di castratu, unni pigghi pigghi si' gabbatu.
Carne di castrato, da qualunque parte tu ne prenda, resti gabbato

Cui s'havi a 'mbriacari, di vinu bonu l'havi a fari.
Chi si deve ubriacare di vino buono lo deve fare.

Pani cu l'occhi, furmaggiu senz'occhi e vinu che ti cava l'occhi.
Pane con gli occhi (ben lievitato)formaggio senza occhi(compatto)e vino (così forte) da cavarti gli occhi.

Missina è 'ncignusa, Palermu pumpusa; Missina la ricca, Palermu la licca.
Messina è ingegnosa, Palermo pomposa Messina la ricca, Palermo la ghiotta.

Si Missina avissi jardini, Palermu fora casalini.
Se Messina avesse giardini, Palermo (a confronto) sarebbe un mucchio di casette.

Palermu pri la pinna, Missina pri la'ntinna
Palermo per la penna (ha dato i natali a grandi scrittori) Messina per l'antenna (i traffici nel porto)

Lu pani travagghiatu e chiddu chi sazia.
Pane ben lavorato è quello che sazia.

Alvuru cadutu, accetta aspetta
Albero caduto, l'accetta lo aspetta.

L'omu penza, Diu dispenza.
L'uomo pensa, Dio dispensa.

Cu vinni aria, cu vinni aria friuta, tutti e dui sunnu scassapagghiari
Chi vende aria , chi vende aria fritta,tutti e due sono (gente) che fa solo fumo.

A cura di Franco Spadaro




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